Autore Redazione
lunedì
11 Aprile 2022
12:12
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Cronaca - Acqui Terme

Terme pubbliche, un Archeo Hotel e abbattere il monopolio privato. Così Acqui prova a risorgere

Terme pubbliche, un Archeo Hotel e abbattere il monopolio privato. Così Acqui prova a risorgere

ACQUI TERME – Il Comune di Acqui vuole rilanciare le sue terme. Ma soprattutto “spezzare un monopolio tutto a favore di Terme di Acqui che, con la chiusura delle sue strutture, sta mettendo in grave difficoltà la città“. A dirlo è stato il sindaco Lorenzo Lucchini e il suo vice Paolo Mighetti. “In queste settimane abbiamo sentito tante idee e proposte dalle varie associazioni, comitati e istituzioni per rilanciare l’attività termale della città. Abbiamo avuto inoltre incontri con la Prefettura per risolvere la difficile situazione dei lavoratori delle Terme di Acqui coinvolgendo anche la proprietà senza però trovare grossi spiragli di trattativa“, ha spiegato ancora Lucchini. Ecco che Acqui con la chiusura delle sue Terme si è vista improvvisamente privata di una fetta importante della sua economia, soprattutto turistica, che per decenni l’ha sostenuta.

Da qui la necessità di trovare una soluzione adeguata per rilanciare un bene della città che sulla carta sarebbe comune ma in pratica non lo è. “Quella legata alle Terme di Acqui è una concessione senza precedenti. Si parla di un monopolio lungo 40 anni in scadenza nel 2025 e che ha portato l’impossibilità a qualsiasi competitor di avviare ricerche di fonti termali alternative nei territori di Acqui, di Terzo e parte di quello di Visone“. Per dirla breve a oggi ci sono quattro le concessioni attive: tre legate all’acqua e una mineraria. Quest’ultima crea il monopolio dato che impedisce di fatto qualsiasi azioni da parte di chi non è detentore di quella concessione. “Noi cerchiamo di ridurre i tempi per rilanciare un bene che dovrebbe appartenere a tutti e non unicamente a un privato che ha deciso di disinvestire sul nostro territorio chiudendo le sue strutture ricettive“.

L’idea da parte del Comune è semplice: rilanciare due strutture attualmente in mano dal Demanio e ufficialmente in vendita, nonostante già diverse aste siano andate a vuoto. Si tratta delle Terme Militari, una struttura immensa di 7000 metri quadrati, e del complesso Carlo Alberto. Ma come riuscire a entrare in possesso di una struttura che ha bisogno di profondi interventi per essere rilanciata dopo anni di totale abbandono? Lucchini e Mighetti avrebbero la soluzione: quella di un’Archeo Hotel. Il Comune cercherà di entrare in possesso della struttura dell’ex Carlo Alberto che potrà essere ceduto dal Demanio a zero per la realizzazione di un progetto culturale importante. “Da qui la decisione di puntare su un Archeo Hotel che possa ospitare i reperti archeologici presenti nei magazzini dei musei cittadini per essere esposti e resi fruibili da tutti. Allo stesso tempo verrà creata una struttura ricettiva adatta ad accogliere i turisti“.

Al suo fianco le Terme Militari, unica struttura – poiché già esistente – che possa essere affiancata a quella ‘privata’ e attualmente chiusa dopo il passo indietro dell’attuale proprietario della concessione termale. In questo modo, nell’ottica dell’Amministrazione, si potrebbe rilanciare il turismo termale, importante fulcro economico della città. La struttura delle Terme Militari sarebbe comunque da ammodernare e rendere più fruibile al pubblico. Entrambe le strutture, che dovranno dialogare tra loro, anche con una passerella aerea che le possa collegare, dovranno essere aperte a tutto il pubblico e non solo ad esclusivo uso di chi soggiorna nell’hotel. “A oggi abbiamo già scritto alla Soprintendenza per capire se il progetto possa essere attuabile. Inoltre stiamo completando un’idea progettuale secondo le linee guida del Demanio e della stessa Soprintendenza e pensiamo che nel giro di un mese potremmo avere un primo risolutivo feedback da parte dei due enti“.

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