Autore Redazione
domenica
8 Novembre 2015
08:36
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Cronaca - Piemonte

Coldiretti Piemonte: la carica dei mille alla guerra del latte

Coldiretti Piemonte: la carica dei mille alla guerra del latte

Già venerdi notte sono giunti i primi contingenti degli allevatori provenienti da tutto il Piemonte, fino a raggiungere poi il migliaio per assediare il centro di distribuzione dei prodotti della multinazionale del latte francese Lactalis che, dopo aver conquistato i grandi marchi nazionali Parmalat, Galbani, Invernizzi e Locatelli, è diventata il primo gruppo del settore. La carica dei mille, guidata dalla presidente e dal direttore regionale Delia Revelli ed Antonio De Concilio oltre a tutti i presidenti, i direttori ed i dirigenti delle varie province, ha lasciato le aziende per difendere, insieme a tanti altri agricoltori provenienti da tutta Italia, il proprio lavoro, gli animali, le stalle ed i territori curati da generazioni. 

“Prezzo giusto per il giusto latte” e “Zootecnia x Piemonte = futuro x i giovani” sono tra gli slogan che campeggiano maggiormente nell’area invasa dagli allevatori davanti al centro logistico Lactalis.
“La sensibilità delle Istituzioni è stata dimostrata dall’arrivo del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina che, accompagnato dal Presidente Nazionale di Coldiretti Roberto Moncalvo, ha voluto portare non solo la sua solidarietà, ma ha fatto il punto sullo stato dell’arte a livello nazionale e sulla necessità di giungere ad una soluzione che dia risposte serie agli ormai insostenibili costi di produzione degli allevatori – ha esordito Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte – Dall’inizio del 2015 ad oggi in tutta la penisola hanno chiuso già mille stalle con effetti irreversibili sull’occupazione, sull’economia, sull’ambiente e sulla qualità dei prodotti. Purtroppo questo standard si conferma anche in Piemonte dove le aziende ancora aperte rischiano di scomparire perché gli allevatori stanno subendo un’autentica mortificazione con un prezzo che non compensa neanche i costi di produzione”.
La nostra regione ha un’alta vocazione lattiero casearia: si contano, infatti, oltre 1900 aziende per un totale di 8000 addetti, che danno vita a 390 milioni di produzione lorda vendibile e a 51 specialità di formaggi. “Gli allevatori piemontesi chiedono un adeguamento dei compensi in esecuzione della legge 91 del luglio 2015 che impone che il prezzo del latte alla stalla debba commisurarsi ai costi medi di produzione che variano da 38 a 41 centesimi al litro”, ha concluso Delia Revelli.
“I costi di produzione sostenuti dai nostri allevatori rendono necessaria una remunerazione del 20 per cento più elevata rispetto a quella attuale. Il prezzo del latte riconosciuto oggi è inferiore a quello di venti anni fa e vengono proposti accordi capestro che fanno riferimento all’indice medio nazionale della Germania. Questo è inaccettabile perché la produzione italiana di latte si distingue per l’elevata qualità”, ha affermato Antonio De Concilio direttore di Coldiretti Piemonte.
Dalle frontiere italiane passano ogni giorno 3,5 milioni di litri di latte sterile, ma anche concentrati, cagliate, semilavorati e polveri che vengono trasformate e spacciate per produzioni Made in Italy.
“In gioco c’è il nostro patrimonio enogastronomico che ha garantito all’Italia primati a livello internazionale, oltre al territorio che senza l’allevamento rischia l’abbandono ed il degrado – ha proseguito De Concilio – Se davvero anche l’industria di trasformazione vuole valorizzare le nostre produzioni, è necessario applicare l’origine in etichetta anche al latte UHT ed a tutte le produzioni lattiero-casearie. Non possiamo accettare che con risorse pubbliche si  promuova prodotto in modo indistinto. In tale scenario vi sono precise responsabilità della GDO per questo oggi siamo con i nostri allevatori al centro di distribuzione dei prodotti della multinazionale del latte francese Lactalis”.

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