Autore Redazione
venerdì
4 Dicembre 2015
23:00
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Cronaca - Casale Monferrato

Al videomaker difensore delle Apuane il Premio Ambientalista 2015

Al videomaker difensore delle Apuane il Premio Ambientalista 2015

CASALE MONFERRATO – “Le Apuane ringraziano“. Il premio “Luisa Minazzi” 2015 va infatti proprio alla persona che più di tutte si sta impegnando per difendere questa splendida catena montuosa. È Alberto Grossi, videomaker innamorato delle cime che congiungono Liguria e Toscana, profondo conoscitore della loro bellezza ma anche delle minacce che subiscono, l’Ambientalista dell’anno 2015. Il vincitore è stato premiato venerdì nell’aula consiliare di Casale Monferrato (Al), la città che conosce bene sia il significato di resilienza che di reattività e che oggi ha accolto gli otto finalisti del premio promosso da Legambiente, dal mensile La Nuova Ecologia e dal Comitato organizzatore di cui fanno parte diverse associazioni di Casale Monferrato, insieme a Weleda.

“Il Premio Ambientalista dell’anno ha l’obiettivo di raccontare storie di un’Italia capace e sensibile, di persone che in tanti modi diversi vogliono contribuire al cambiamento – ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente-. Perché è importante valorizzare tutto ciò che di positivo si muove nel nostro territorio: l’impegno di singole persone o di gruppi organizzati per migliorare la qualità della vita di tutti, le iniziative spontanee a tutela dei beni comuni, le battaglie per i diritti negati, le collaborazioni creative e tutte quelle iniziative mirate ad accrescere l’ecosostenibilità. Senza dimenticare che il Premio è intitolato a una donna simbolo di una delle battaglie più dure e importanti per il nostro Paese, quella contro l’amianto, ancora diffusissimo sul nostro territorio e ancora responsabile di tanti decessi e sofferenze, come ci ricorda anche il bellissimo film di Francesco Ghiaccio ‘Un posto sicuro’, che come Legambiente abbiamo voluto promuovere e sostenere”.

Sul gradino più alto del podio del Premio Ambientalista sale dunque quest’anno il videomaker Alberto Grossi che attraverso la potenza della parola e dell’immagine lotta per tutelare la sua passione più grande: le Alpi Apuane, un ambiente splendido ma sfregiato dalle attività estrattive a base di filo diamantato e dinamite che ogni anno asportano quattro milioni di metri cubi di roccia mettendo a rischio falde acquifere, cime e habitat di pregio. A seguire, sul podio del Premio Ambientalista, c’è Anna Marson, l’urbanista fino a pochi mesi fa assessore in Toscana che ha redatto la prima legge regionale in Italia contro il consumo di suolo battendosi inoltre per condurre in porto, in un contesto politico non facile, il piano paesaggistico. Un altro riconoscimento dunque al valore del paesaggio che il voto popolare ha voluto sottolineare e che conferma il bisogno di una normativa nazionale contro l’aggressione al territorio. Ma la classifica dei più votati del Premio evidenzia la gratitudine di tutti verso Carla Campanaro, David Zanforlini e Vittorio Arena, i legali che hanno sostenuto la causa delle associazioni contro i titolari di Green Hill, l’allevamento di beagle a Montichiari (Bs), condannati a gennaio in primo grado per maltrattamento. E ancora, la reattività civica delle “mamme volanti” di Castenedolo, nel bresciano, che vigilano con tanto di filmati dall’aereo sulla salubrità di un’area nota come la Terra dei Fuochi del Nord viste le discariche abusive che la pervadono fra cave e tracciati autostradali inutili. Poi c’è un giornalista in erba, Eric Barbizzi, che si dimostra a soli 11 anni già molto più vigile e appassionato alle scienze ambientali di tanti colleghi più grandi. Ma coraggio, generosità e senso del bene comune sono i tratti distintivi di tutti gli otto finalisti del premio. Dal comandante regionale del Corpo Forestale in Campania, Sergio Costa, che ha sviluppato tecniche investigative inedite per individuare discariche abusive di rifiuti tossici, al sindaco Dimitri Russo di Castel Volturno (Ce) che si batte insieme alla sua giovane giunta per il decoro e la legalità, all’architetto torinese Elena Carmagnani che ha creato insieme a Emanuela Saporito una start-up per rigenerare a verde l’ultimo piano degli edifici.

 “Troppo spesso sono i fatti negativi a fare notizia, mentre nel Paese sono tantissime le storie di quanti s’impegnano nella società civile, nel mondo dell’impresa e nella pubblica amministrazione a favore dell’ambiente, del prossimo e della legalità – ha dichiarato Marco Fratoddi, direttore de La Nuova Ecologia-. Con il Premio Ambientalista vogliamo portare in evidenza figure ed esperienze di cambiamento che raramente finiscono sotto i riflettori, testimoni di un impegno civico che ci invita a guardare con più fiducia al futuro”.

 

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