Autore Redazione
venerdì
5 Agosto 2016
01:00
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Cronaca

Spreco alimentare: ora il cibo ancora commestibile non dovrà più essere buttato

Spreco alimentare: ora il cibo ancora commestibile non dovrà più essere buttato

ROMA – Adesso una legge contro lo spreco alimentare c’è. Il Senato ha infatti licenziato la nuova normativa che, tra gli aspetti più importanti, andrà a promuovere la donazione degli alimenti alle Onlus che lavorano nel sociale. Il provvedimento prevede anche la lotta allo spreco dei farmaci, l’uso dei family bag nei ristoranti, il riciclo e la raccolta dei prodotti in eccedenza direttamente dai campi.

Daniele Borioli, senatore valenzano del PD, ha spiegato ai microfoni di Radio Gold i passaggi fondamentali della nuova legge: “Il provvedimento è importante per due aspetti. Innanzitutto, si propone, attraverso la riduzione dello spreco delle derrate alimentari disperese e mandate allo smaltimento, di conservarle e portarle alle Onlus che svolgono attività per indigenti e persone con problemi economici. Quindi in termini sociali è una legge importante, tanto più in questo periodo di crisi dove nelle grandi aree urbane la Caritas e altre associazioni faticano a garantire i pasti ai cittadini bisognosi. Era una vergogna che alimenti ancora perfettamente consumabili venissero buttati”.

Il secondo aspetto”, ha continuato il senatore, “riguarda il contenimento della produzione di rifiuti. Infatti gran parte degli alimenti sprecati concorrono a riempire le discariche e a produrre costi. Poi ovviamente un occhio di riguardo va ai medicinali, che spesso fanno la stessa fine dei cibi”.

La legge arriva sei mesi dopo all’analoga normativa in Francia. Tuttavia, diversamente dal modello francese, basato sulla penalizzazione, in Italia si tenderà all’incentivo e semplificazione burocratica. Borioli ha concluso: “Siamo in una fase iniziale e quindi di valutazione, ma in futuro potremmo adottare provvedimenti sanzionatori per combattere lo spreco alimentare. Lo spreco arriva dalle famiglia, ma soprattutto dai grandi centri di distribuzione alimentare che creano le maggiori condizioni per lo spreco”.

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