Autore Redazione
lunedì
5 Dicembre 2016
02:23
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Cronaca - Alessandria

Walter Massa imprenditore dell’anno e “meravigliosamente fuori”

Massa è il primo imprenditore agricolo a ricevere il premio istituito da oltre dieci anni dalla Camera di commercio
Walter Massa imprenditore dell’anno e “meravigliosamente fuori”

ALESSANDRIA – Walter Massa, per la Camera di Commercio di Alessandria, è l’Imprenditore dell’anno. Il premio viene attribuito ogni anno dalla Giunta dell’ente camerale ed è destinato a una personalità imprenditoriale che si è distinto per aver conseguito risultati particolarmente significativi portando un contributo allo sviluppo dell’intera economia provinciale. La consegna del riconoscimento avverrà oggi a palazzo del Monferrato. Walter Massa, uno dei massimi esponenti della vitivinicoltura provinciale, ha portato nel mondo le peculiarità del territorio ed è il primo imprenditore agricolo a ricevere il premio istituito da oltre dieci anni dalla Camera di commercio.

Nato nel 1955 a Monleale, in provincia di Alessandria, da una famiglia agricola da oltre quattro generazioni, dopo aver frequentato la scuola di enologia ad Alba, ha iniziato a lavorare nell’azienda familiare fin dalla fine degli anni Settanta collaborando con la famiglia nella produzione di “pesche di Volpedo” ed occupandosi degli allora 12 ettari di vigneto per traghettarli agli attuali 27, tutti nel suo comune di nascita, Monleale. Da sempre ha creduto nelle alte potenzialità qualitative della collina tortonese: negli anni Novanta ha trasmesso le sue certezze (potenzialità del territorio, barbera, croatina, e timorasso) ad un gruppo di giovani viticoltori del Tortonese, che unitariamente hanno paracadutato questo territorio, allora “cenerentola” del Piemonte, nel salotto buono del vino internazionale. La chiave della svolta da tutti riconosciuta, sta nelle prerogative qualitative dell’uva di timorasso. Walter per primo lo sostiene, come per altro lo fanno i vignaioli tortonesi, tifosi alessandrini, la critica, ed il mercato.

Walter Massa – ha dichiarato il presidente della Camera di Commercio Gian Paolo Coscia – è il primo imprenditore agricolo a ricevere il premio istituito da oltre dieci anni dalla Camera di commercio. Credo sia un riconoscimento particolarmente meritato, perché davvero Massa è stato ed è tuttora un riferimento per il mondo della vitivinicoltura provinciale, ma è anche un testimone riconosciuto di rilievo nazionale che lavora per far conoscere e apprezzare i prodotti, i paesaggi, l’economia di tutto il nostro territorio. In lui vogliamo premiare l’azione e la personalità di un vero ambasciatore. Premiare l’impegno e i risultati di un’azienda ed i suoi 14 collaboratori vuol dire riconoscerne i meriti di crescita, frutto di un lungo percorso, intrapreso molto tempo prima di essere premiati. Sono queste le motivazioni che ancora una volta ci hanno guidato nell’individuare una delle aziende eccellenti della nostra provincia, che si distinguono per la propria storia e il proprio sguardo al futuro”.

Per fare il vino come voglio io – ha dichiarato una volta a Oscar Farinetti, che lo ha inserito nel suo libro “Storie di coraggio” tra dodici grandi italiani del vino – c’è bisogno di tre cose. Una materiale, che è l’uva, e due che non si possono comprare: il tempo e il buon senso. Per tenere insieme una cosa materiale con due immateriali bisogna trovare il “punto di equilibrio sopra la follia”. Dopo la citazione di Vasco Rossi, che sovente abbina a quella di Erasmo da Rotterdam (“Il vino è il riflesso della mente”), Massa mette in fila i “numeri del cuore”: cinquantanove vendemmie (ha sessant’anni e ne ha fatte cinquantanove a tempo pieno). Ventisette ettari di vigna. Cinque le uve che coltiva: barbera, croatina, freisa, timorasso e moscato bianco. Quattro i cru in cui ha le vigne. Sei, i trattori, senza i quali non farebbe niente. Duemila gli ettari di vigna dei Colli Tortonesi (con la missione di aiutare il territorio a capire la sua vocazione e arrivare almeno a tremila). 120.000 le bottiglie vendute, un numero che non vuole modificare, per poter rimanere artigiano. Quattro le banche con cui ha debiti.

Walter, come ha detto Farinetti, è un uomo “meravigliosamente fuori”, che ha sposato il suo bellissimo territorio e che da eretico qual era è diventato l’apripista di un settore e il riferimento di un agguerrito gruppo di produttori.

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