Autore Redazione
mercoledì
14 Dicembre 2016
05:00
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Cronaca

Emergenza abitativa a Sale: donna e figlio piccolo rischiano lo sfratto

Aicha B e il figlio di appena cinque anni rischiano di rimanere senza casa. Il Presidio Permanente di Castelnuovo Scrivia farà un sit-in per bloccare lo sfratto e chiederne una proroga
Emergenza abitativa a Sale: donna e figlio piccolo rischiano lo sfratto

SALE – Una donna marocchina e il figlio di cinque anni rischiano lo sfratto a Sale. È stato il Presidio Permanente di Castelnuovo Scrivia a portare all’attenzione l’ennesimo caso di emergenza abitativa dai risvolti drammatici.

Ad Aicha B., disoccupata, senza reddito e residente in un appartamento Atc, è giunta una notifica di sfratto da eseguire giovedì 15 dicembre. Ma le ricostruzioni fatte dallo stesso Presidio riportano una situazione famigliare tragica e che richiede l’aiuto delle istituzioni. Aicha e il suo bambino sarebbero stati abbandonati dal marito, scappato in Marocco senza lasciare alcun sostegno economico ai due.

Il Presidio Permanente organizzerà giovedì un sit-in di protesta davanti all’abitazione di Aicha per bloccare l’intervento dell’ufficiale giudiziario. Intanto, critica l’operato del Cisa, il consorzio socio-assistenziale del tortonese. Antonio Olivieri, attivista del Presidio, ha affermato: “Abbiamo chiesto al direttore del Cisa di conferire ad Aicha una borsa lavoro per avere un’entrata reddituale e pagarsi la casa. Ci ha detto che solo chi parla la lingua italiana ne ha diritto. Ci siamo quindi rivolti al presidente del Cisa e sindaco di Sale, Andrea Pistone, che ci ha detto che al momento non ci sono alloggi disponibili”.

In questo momento gli appartamenti liberi, sostiene però il Presidio, “sarebbero due, entrambi nelle case popolari di via Goggi”. Proprio per questo motivo il Presidio chiede una proroga dello sfratto fino a gennaio 2017, per poi consegnare uno dei due alloggi interessati ad Aicha e suo figlio.

Intanto, il Coordinamento provinciale di Libera afferma che, proprio a Sale, ci sono due immobili confiscati alle mafie e che, per legge, possono essere utilizzati per l’emergenza abitativa. L’associazione auspica che, poiché la ragione ufficiale è la mancanza di alloggi in paese, uno dei due immobili, una villa e un appartamento, vengano consegnati proprio ad Aicha e il suo figlioletto.

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