Autore Redazione
martedì
10 Gennaio 2017
05:08
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Cronaca - Valenza

Volontari tra i terremotati di Norcia durante le feste: “impossibile non affezionarsi”

Il racconto di Luciana Mamprin, dell'Avis di Valenza
Volontari tra i terremotati di Norcia durante le feste: “impossibile non affezionarsi”

VALENZA – Trascorrere le ferie aiutando gli altri. Quattro volontari dell’Avis di Valenza sono appena tornati da Norcia: Luciana, Elisa, Alberto e Manuela hanno trascorso nove giorni a stretto contatto con la popolazione terremotata, cucinando e portando cibo alle 500 persone rimaste nella città umbra dopo il sisma di fine agosto. Con loro i quattro valenzani hanno condiviso le difficoltà del vivere senza un vero tetto sulla testa, con temperature costantemente al di sotto dei – 10 gradi.

“E’ stata una esperienza molto arricchente” ha detto a Radio Gold la volontaria Avis Luciana Mamprin “Non è stato agevole soprattutto per il grande freddo: -12 gradi di giorno e -15 di notte in tenda. Abbiamo vissuto come loro: senza acqua calda e dividendo il cibo con tutti. Abbiamo fatto la doccia una volta, solo al quinto giorno perché spesso alla sera tardi l’acqua calda era già finita. E in nove giorni abbiamo sentito tre scosse da 4.1 gradi. La situazione è ancora come quando è arrivata la prima scossa. Hanno costruito case di lamiera prefabbricate, alloggi multifamiliari, con tramezze e un bagno unico. Possono vivere insieme anche 15 famiglie. In molti, poi, vivono in una tenda montata nel cortile della propria casa. Non vogliono abbandonarla ma non possono più abitarci perché inagibile.

Luciana, Elisa, Alberto e Manuela hanno fatto parte del contingente dell’Anpas Nazionale. Insieme a loro erano presenti anche tanti altri volontari provenienti da Milano, Brescia e Firenze: siamo stati accolti benissimo, come se ci conoscessero da sempre. Alla fine è impossibile non affezionarsi. Ricordo in particolare il custode della chiesa: ha perso due volte la casa, la sua e l’abitazione provvisoria che gli avevano assegnato dopo la prima scossa. Ora vive da solo in una tenda, eravamo la sua famiglia. Abbiamo lasciato i nostri numeri di cellulari qualora avessero bisogno, ci possono contattare e faremo il possibile. Perché l’abbiamo fatto? Non so cosa scatta nella mente, ma uno che fa il volontario sente questa necessità. Siamo stati ricambiati con tanto affetto.”

Tra i ricordi più particolari dei nove giorni a Norcia Luciana conserva anche quello della sera di capodanno: “i cuochi hanno organizzato una cena diversa, aggiungendo le lenticchie. E quando è scattata la mezzanotte alcune lanterne di carta sono state accese e fatte volare in cielo, un gesto che ha colpito molto tutta la popolazione.”

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