Autore Redazione
venerdì
1 Dicembre 2017
06:20
Condividi
Politica - Alessandria - Tortona

Codice Appalti: Ance spiazzata dall’appoggio di Renzi ai lavoratori

"Proporre modifiche a tutela delle imprese che operano in house - sostiene l'Ance - significa danneggiare quelle che operano tra mille difficoltà sul libero mercato senza aiuti di Stato. Nessun lavoratore rimarrà a piedi". Immediata la replica dei sindacati: "Buia mente sapendo di mentire."
Codice Appalti: Ance spiazzata dall’appoggio di Renzi ai lavoratori

PROVINCIA – La forte presa di posizione del segretario del Pd Matteo Renzi, esplicitata a Casale Monferrato, a sostegno dei lavoratori edili per la modifica del Codice degli Appalti ha provocato l’immediata reazione dell’Ance, l’associazione nazionale Costruttori Edili, “stupita” dalle dichiarazioni dell’ex premier dopo il confronto con i sindacati.

Colpiscono le dichiarazioni del leader del Pd ed ex premier Renzi a favore di una modifica del codice degli appalti che, se approvata, porterebbe a raddoppiare l’attuale percentuale di mercato in house a favore dei concessionari autostradali” ha detto il presidente dell’Ance, Gabriele Buia (foto) “si tratta di un meccanismo che ha generato finora un mercato di oltre 4 miliardi al di fuori delle regole anche europee. Proporre modifiche a tutela delle imprese che operano in house. Significa danneggiare le tante imprese che operano tra mille difficoltà sul libero mercato senza aiuti di Stato. Ci stupisce – prosegue Buia – che sia proprio Renzi, che ben conosce le criticità che sta attraversando il nostro settore, a sostenere l’ennesima deroga al codice a danno delle migliaia di nostre imprese che operano apertamente sul mercato senza aiuti di Stato e che in questi anni hanno dovuto lasciare a casa oltre 700.000 lavoratori”.

La sorte di tutti i lavoratori ci sta a cuore, aggiunge Buia, che inoltre ricorda che a tutela dei dipendenti delle concessionarie e’ prevista la clausola sociale. “Nessuno rimarrà a piedi conclude – se saranno altre le imprese a vincere sul mercato i lavori ora concessi in house, queste avranno l’obbligo di assumere i lavoratori espulsi da quelle società.”

A proposito delle rassicurazioni di Ance sul mantenimento dei posti di lavoro è arrivata a stretto giro di posta la replica dei segretari generali di Feneal Uil – Filca Cisl – Fillea Cgil Panzarella, Turri e Genovesi. “Il presidente dell’Ance mente sapendo di mentire. In Europa la media dei lavori in house per il settore delle concessionarie autostradali è distribuita proprio nella proporzione 60 / 40 – affermano i segretari – dunque l’emendamento non porterebbe affatto il nostro paese al di fuori delle regole europee, come afferma il presidente Buia. Inoltre le cosiddette clausole sociali, che secondo il presidente Ance tutelerebbero la continuità occupazionale dei 3mila lavoratori impegnati in questo comparto, in realtà non garantiscono né il totale dei livelli occupazionali né la qualità del lavoro e delle opere.

“La polemica dell’Ance nei confronti del segretario del Pd Matteo Renzi è pretestuosa” ha aggiunto il senatore Pd Daniele Borioli insieme al collega Stefano Esposito, i firmatari dell’emendamento sfumato a Palazzo Madama. “Impegno che non cancella il passaggio del sistema verso le gare per l’affidamento dei lavori ma semplicemente assume l’esigenza di renderlo più graduale, per evitare ricadute negative sull’occupazione. Ance sa bene che le promesse circa l’assunzione dei lavoratori da parte delle imprese subentranti sono infondate: perché non ne esistono i presupposti di legge. Il problema sociale e occupazionale esiste tutto ed era giusto che il Pd se ne facesse carico. Peraltro, il mantenimento vincolante del 60% da portare a gara costituisce già un’importare apertura del mercato ad altre imprese e ad altri lavoratori. Infine, ergersi a paladini del “mantenimento in purezza” dei principi del nuovo codice (che ripetiamo non sarebbero comunque stravolti) richiederebbe un esercizio di coerenza su tutti gli aspetti che esso contempla, comprese questioni delicate come i subappalti e gli appalti integrati. Esercizio che non ci pare di aver ravvisato in tutti i questi mesi. Una correzione per dare maggiore tutela ai lavoratori del settore non impedirà certo alle imprese di conquistare spazi di lavoro e di nuova occupazione. C’è bisogno di allargare il numero degli addetti del settore, non di sostituire chi già lavora, lasciandolo nell’incertezza per il proprio futuro” concludono Borioli ed Esposito.

Condividi