Autore Redazione
giovedì
22 Marzo 2018
05:40
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Politica - Valenza

Articolo 1 Valenza: “Asl unica in Alessandria? Non una priorità”

"Prima di tutto garantiamo i servizi del territorio."
Articolo 1 Valenza: “Asl unica in Alessandria? Non una priorità”

VALENZA – Il comitato di Valenza di Articolo 1 Liberi e Uguali ha chiesto al Consiglio Regionale garanzia dei servizi locali del territorio, prima di iniziare “uno spinoso discorso che non ha impatti garantiti per i servizi ai cittadini.” 

È in corso di discussione alla IV commissione la proposta di deliberazione sull’accorpamento di ASLAL e AOSS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria. La deliberazione è spinta dalla constatazione della mancata sinergia e collaborazione tra le due aziende. Per questa ragione si propone l’unificazione, non banale, tra due enti dalla vocazione e caratterizzazione diversa. Sappiamo tutti che le fusioni tra enti sanitari e non solo hanno un unico vantaggio: la creazione di economie di scala derivanti dall’obbligatoria integrazione delle pratiche di gestione del personale, dei servizi e degli edifici. Non c’è garanzia sul fatto che l’unificazione porti però un impatto sui servizi al cittadino. Questa preoccupazione è ancora più forte, nel caso ASL AL – ASO, perché non è stato presentato alcun piano di riorganizzazione dei servizi, ma il dibattito al momento è prevalentemente incentrato sulle dirigenze. Vediamo quindi come la decisione rischia semplicemente di aumentare la distanza tra chi prende le decisioni e chi eroga l’assistenza, riducendo la possibilità di interazione tra operatori e direzione aziendale, anche solo in sede di esame delle soluzioni effettivamente praticabili, incidendo negativamente sul clima aziendale e sulla stessa motivazione degli operatori, a fronte di un aumento della burocratizzazione della struttura. Il provvedimento non risponde, inoltre, dai bisogni del nostro territorio, in qualche modo li acuisce in questo contesto in cui, oggi si scopre, che nel silenzio la Regione appare voler tagliare i servizi sul territorio valenzano.
Sono quasi quattro anni che la Regione ha indicato la necessità di riformare i servizi territoriali su Valenza e il valenzano. È stato richiesto ai comuni di ripensare l’erogazione dei servizi, dentro e fuori dal Mauriziano. Proposte il territorio ne ha fatte, ma non è stato dato seguito a questi da parte di Regione e ASL. Non sono state date risposte quindi né alle comunità, né ai lavoratori dei servizi che oggi vivono nell’attesa.

Durante la campagna elettorale Liberi e Uguali si impegnato, attraverso il consigliere Walter Ottria, a dare voce alle domande del territorio, chiedendo risposte. Oggi alla nostra domanda è stata data una prima risposta. Ci è stato detto dall’Assessore, la Casa della Salute dovrebbe essere operativa tra 12 o 15 mesi e sorgerà in Via Raffaello, nei locali in passato occupati dal Sert e dai servizi psichiatrici, con un investimento di 800 mila euro per la ristrutturazione dei 750 mq di superficie disponibile. La nuova struttura, per ammissione dello stesso Saitta, non sarà però in grado di assorbire l’intera richiesta di salute dei valenzani che oggi si rivolgono all’Ospedale Ex Mauriziano ma, almeno per quanto riguarda i 20 posti letti di continuità assistenziale previsti, essi dovrebbero essere garantiti all’interno di una delle strutture residenziali attualmente presenti in città.

“Si è perso tempo e non si è parlato alle comunità che hanno creduto nella possibilità di una trasformazione – commenta Michele Fontefrancesco, portavoce valenzano di Liberi e Uguali e sindaco di Lu – La notizia tradisce un percorso intrapreso che partiva dal presupposto della rimodulazione, non nel taglio. Tradisce ancora di più perché rispetto altri territori, Valenza e i comuni del territorio avevano creduto che fosse possibile programmare congiuntamente, evitando il folklore delle parate di proteste. A questo punto, guardando il quadro complessivo, sembrerebbe che la ragionevolezza del confronto non sia stata utile. Non facciamo la battaglia per salvare un edificio, ma non si fa un passo indietro nella difesa del sistema salute della città e dei comuni vicini. Abbiamo superato con lacrime e sangue il piano di rientro, ora è il momento di dire basta al parlare di salute unicamente pensando agli equilibri finanziari, ma ripartendo dall’offerta di servizi al cittadino, dall’idea di comunità che vogliamo garantire. Spazio per il confronto ce n’è ancora, ma non è più tempo di tagli calati dall’alto. Questo è il caso della fusione. Questo è ancora più il caso del futuro dei servizi su Valenza.”

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