Autore Redazione
lunedì
19 Novembre 2018
13:34
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Politica - Alessandria

Medea contro la mozione Locci-Trifoglio: “Profondamente indignate”

L'associazione in difesa delle donne ha chiesto l'immediato ritiro del documento
Medea contro la mozione Locci-Trifoglio: “Profondamente indignate”

ALESSANDRIA – Anche l’associazione in difesa delle donne, Medea, si è schierata contro la mozione Locci-Trifoglio. In una lunga lettera motiva il disappunto per un documento definito di “scarsissima obiettività. Anche Medea, “profondamente indignata“, chiede quindi il ritiro della mozione, rea di aver “banalizzato i problemi sociali ed economici che possono celarsi dietro a una scelta di aborto”.  Nella lettera si chiede infine che le risorse economiche che i firmatari intendono destinare alle associazioni ‘pro vita’, vengano investiti in politiche attive di educazione all’affettività anche e soprattutto di quelle donne che si trovano davanti alla scelta dolorosa dell’interruzione di gravidanza.

Abbiamo appreso con stupore e preoccupazione la notizia della mozione pro-vita presentata dal presidente del Consiglio Comunale Emanuele Locci e dalla capogruppo del Quarto Polo Oria Trifoglio, avente per oggetto “Iniziative per la prevenzione dell’aborto ed il sostegno alla maternità nel 40° anniversario della Legge 194/1978”, e il cui contenuto ci ha profondamente indignate.
Proviamo, di seguito, a spiegare le nostre ragioni, forti del lavoro che svolgiamo ogni giorno da dieci anni, ad Alessandria e nel resto della provincia, al fianco di tante donne.
Il documento traccia un bilancio nefasto dell’applicazione della legge 194, dimostrando scarsissima obiettività, qualità che ci si aspetterebbe da chi è chiamato a ricoprire un ruolo istituzionale, quale il presidente di un Consiglio Comunale, e ha sempre fatto della trasparenza e della correttezza i suoi cavalli di battaglia politica.
Perché, pur riconoscendo dei limiti alla legge, è innegabile che il provvedimento, da un lato ha ampliato la libertà delle donne, dall’altro è riuscito a ridurre in maniera importante il fenomenodiffusissimo prima del 1978, dell’aborto clandestino, salvando le vite di molte donne.
Proprio la donna, con la sua libertà di scelta e con il suo diritto a vivere o meno l’esperienza della maternità, è la grande assente della mozione. A lei si fa rifermento in rarissimi passaggi, mentre il testo è zeppo di termini quali “uccisioni nascoste”, “embrioni umani sacrificati”, “mancano all’appello 6 milioni di bambini”.
Questo lessico, come ha sottolineato in una recente intervista pubblica Giacomo Orlando, Coordinatore della Sezione di Novi Ligure della Consulta di Bioetica Onlus, “non considera affatto
quanto stabilito dalla Corte costituzionale sin dal 1975 in linea con una lunga e articolata tradizione etico-giuridica, ossia che la tutela del nascituro non è equiparabile alla tutela dovuta alla
donna e alle sue scelte”.

Colpisce, inoltre, come lo stesso linguaggio sottenda un giudizio particolarmente negativo nei confronti di colei che, pare scegliere l’aborto quale facile soluzione di problemi altrimenti risolvibili, senza mai considerare l’esistenza di difficoltà oggettive che la portano ad affrontare con dolore, senso di colpa e vergogna l’interruzione di una gravidanza, con le profonde conseguenze psicologiche che la decisione implica.
La mozione, inoltre, banalizza i problemi sociali ed economici che possono celarsi dietro a una scelta di aborto. Si legge: “Basta un piccolo aiuto economico o la possibilità di un lavoro per restituire a una donna in difficoltà la serenità necessaria per accogliere il suo bambino”.
È inaccettabile che chi ha un ruolo politico si permetta una tale semplificazione, offendendo l’intelligenza e il buon senso dei cittadini. Ancora più grave è il fatto che la mozione contenga grossolane inesattezze. Per esempio si afferma che “con la diffusione della pillola RU486 sono cresciuti gli aborti”, mentre in realtà – com’è noto – sono diminuiti.
A seguito di quanto espresso fin qui, riteniamo che tale mozione non sia degna di essere accolta dal Consiglio Comunale, istituzione che deve garantire i diritti di tutti i cittadini e preservare il loro benessere e la loro libertà.
Auspichiamo, dunque, il ritiro della mozione stessa e ci dichiariamo pronte ad opporci nei modi e nei tempi leciti, affinché esso avvenga. Infine, un suggerimento: a fronte dell’intenzione dei firmatari di stanziare risorse economiche sul tema, suggeriamo di investire le stesse in politiche attive di educazione all’affettività, perché venga affrontato il tema della scelta consapevole della maternità, e in azioni di sostegno a favore non solo delle donne che vivono l’esperienza della maternità, ma anche di tutte quelle che si trovano ad affrontare l’assai poco piacevole scelta di interrompere una gravidanza.”

Oggi l’argomento tornerà al centro della discussione in consiglio comunale ad Alessandria. Poco prima infatti è stata indetta una nuova manifestazione dopo la fiaccolata di ieri sera.

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