Autore Redazione
giovedì
13 Dicembre 2018
06:30
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Politica - Alessandria

Dopo 40 anni la 194 ancora divide: toni accesi in Commissione

Toni accesi durante la discussione sulla mozione pro vita, destinata comunque a tornare nell'ordine del giorno del Consiglio Comunale
Dopo 40 anni la 194 ancora divide: toni accesi in Commissione

ALESSANDRIA – La mozione “pro vita” tornerà all’ordine del giorno del consiglio comunale. Si tratta solo di stabilire quando. Questo il punto fermo emerso al termine della lunga Commissione alle Politiche Sociali di mercoledì mattina, quando in Comune ad Alessandria durante più di tre ore di dibattito si sono alternati rappresentanti di circa 15 realtà del territorio, a favore e contro la mozione firmata da Emanuele Locci e da Oria Trifoglio.

A prendere la parola sono state le associazioni Ora et Labora in difesa della vita, Verità è vita, il Comitato Difendiamo i nostri figli, il Consultorio Matrimoniale e Prematrimoniale, il centro antiviolenza me.dea, Cgil e Uil, l’Ordine della Professione Ostetrica, il Centro di Aiuto alla Vita, il Movimento per la Vita, il Centro Down, Alleanza Cattolica, il Movimento Equipe Notre Dame e l’associazione Famiglie per l’Accoglienza.

Se, in premessa, i firmatari della mozione pro vita Emanuele Locci e Oria Trifoglio hanno ribadito di essere comunque favorevoli alla 194, da parte di alcune realtà i toni usati sono stati decisamente diversi:L’aborto è un atto di violenza contro il più debole” ha detto Alberto Bisio del Comitato Difendiamo i nostri figli “ormai la pratica abortiva si è trasformata in un metodo contraccettivo”. “Siamo contro la 194” ha aggiunto Mario Deiana di Alleanza Cattolica “l’aborto offende la dignità umana, rappresenta un grave crollo morale della nostra società“. “Perché con le mie tasse devo pagare gli aborti?” si è chiesto Angelo Mandelli di Ora et Labora. “Un medico deve curare, non uccidere” le parole di Franco Rotundi, del Movimento per la Vita.

Sul “fronte” opposto Cgil e Uil hanno presentato una mozione per ribadire e invocare l’applicazione della 194 e sottolineare la tutela del diritto alla salute delle donne, un documento che il Partito Democratico ha appoggiato. Me.dea ha ribadito la centralità della donna: “Invece nella mozione Locci-Trifoglio la figura femminile viene svalutata e privata di discernimento“. “L’aborto non è mai una scelta facile” ha aggiunto Maria Rosaria Mascolo dell’Ordine della Professione Ostetrica “noi siamo sempre dalla parte delle donne, senza giudicarle. Dite che sono assassine? Ma perché degli uomini non si parla mai? Serve più informazione, educazione sessuale nelle scuole, anche nell’età che precede quella fertile, un’educazione all’affettività“.

Nel corso del dibattito Oria Trifoglio ha poi riportato alcuni dati: dopo l’introduzione della legge 194, secondo l’Istat, dagli anni ’80 a oggi il numero di aborti è calato da 230 mila a quasi 85 mila, una diminuzione dovuta alla diversa scolarizzazione della società, un diverso approccio alla contraccezione. In provincia di Alessandria si è passati da 500 a poco più di 200 unità, nell’arco dello stesso periodo. Mutato anche il profilo medio di chi decide di interrompere una gravidanza: tanti anni fa erano in maggioranza mogli con figli già a carico, oggi sono ragazze giovani non ancora sposate e senza figli. In provinciale la maggioranza delle donne che lo fa è straniera. Lo stato economico-sociale resta, inoltre, il fattore più condizionante sulla scelta di abortire o meno.

“Purtroppo anche con la legge 194 gli aborti clandestini rimangono” ha sottolineato Emanuele Locci, primo firmatario della mozione “nel 2016 il ministro della Salute Lorenzin parlava di circa 15 mila casi. Dal 1978 in poi sono avvenuti in Italia circa 6 milioni di aborti. Con la nostra mozione sollecitiamo l’amministrazione a provare a rimuovere quegli ostacoli di natura economica che, nella maggior parte dei casi, rappresentano il motivo principale su questa scelta. Negli anni le varie amministrazioni hanno sprecato diverse risorse: non vedo perchè oggi non se ne possano trovare altre per questa finalità. Io ritengo poi che la vita inizi fin dal concepimento. Questo dibattito deve essere il più laico possibile. E ricordando quanto è avvenuto circa un mese fa qui in aula, con l’interruzione del Consiglio Comunale, ribadisco che per me si è trattato di squadrismo”.

“Con la nostra mozione non volevamo certo scatenare questa strumentalizzazione che si è creata nelle ultime settimane” ha aggiunto Oria Trifoglio “ribadisco la mia intenzione di portare la nostra mozione di nuovo all’ordine del giorno del consiglio comunale. Io ho sempre rispettato i diritti civili: una donna deve avere anche la piena libertà di continuare la gravidanza”.

Proprio Oria Trifoglio, nelle concitate battute finali della commissione di ieri, a seguito della brusca chiusura annunciata dal presidente Castellano, ha espresso l’intenzione di convocare un’altra commissione sul tema, alla presenza anche della rappresentante del Consultorio, ieri assente.

“Dovranno essere presenti anche il sindaco, gli assessori alle Politiche Sociali e al Bilancio e il Cissaca” ha sottolineato Rita Rossa, del Partito Democratico “così da poter capire la disponibilità dell’amministrazione in caso di eventuale approvazione della mozione stessa. Vogliamo vedere i numeri: quanti fondi il Comune potrebbe stanziare? A quali associazioni? Senza queste risposte questo dibattito è inutile. Serve capire qual è l’impegno di bilancio. Sulla mozione pro vita la posizione del Partito Democratico è nota. Noi crediamo in uno Stato laico. Difenderemo sempre la legge 194: abbiamo chiesto alla Regione di limitare la possibilità di essere obiettori di coscienza e un maggior supporto psicologico a chi decide di interrompere la gravidanza”.

“In questi casi mi viene in mente la canzone di Ivano Fossati che parla di maledetto muro nella testa” ha aggiunto il capogruppo Pd Paolo Bertala mia previsione è che, qualora la mozione passasse, il Comune riuscirebbe a stanziare per le cosiddette associazioni pro vita solo qualche centinaio di euro. Non capisco poi perché erogare fondi solo a quelle realtà associative specifiche. Ce ne sono tante altre che si impegnano. Dite di voler proclamare Alessandria Città della Vita: io che sono contrario a questa mozione non sono certo per la morte. L’ho dimostrato in questi miei 38 anni di tetraplegia. Su questo tema occorre un consiglio comunale aperto”.

“La mozione impegna a far dichiarare Alessandria Città della vita, noi preferiamo parlare di Alessandria Città delle libertà” ha invece sottolineato Michelangelo Serra, del Movimento 5 Stelle “non vogliamo vedere che da una parte chiudono i consultori e dall’altra si finanziano associazioni private a favore della vita, attraverso soldi pubblici. Preferirei celebrare i 40 anni della 194 in un altro modo: magari vedendo tagliati i costi per le famiglie, finanziato il Cissaca, una maggior diffusione dei preservativi, anche a scuola. A livello nazionale poi si parla tanto del Decreto Pillon: ebbene, possiamo assicurare che così com’è non sarà mai convertito in legge. Il Movimento 5 Stelle lo impedirà”.

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