Autore Redazione
giovedì
11 Settembre 2014
16:08
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Politica - Valenza

Per Chiamparino Expopiemonte si può vendere e Borioli si infiamma

Per Chiamparino Expopiemonte si può vendere e Borioli si infiamma

Le dichiarazioni di Sergio Chiamparino su La Stampa di oggi hanno scatenato la reazione in un importante esponente politico locale del Partito Democratico. Il Presidente della Regione è intervenuto su Expopiemonte e ha annunciato la volontà di vendere il contenitore valenzano costato circa 30 milioni. Dopo aver letto l’intervista su La Stampa il Senatore del Pd, Daniele Borioli, deve aver fatto un salto sulla sedia. Lo si capisce dal rimprovero al Governatore contenuto in un lungo comunicato in cui ha spiegato a Chiamparino che Expopiemonte non può essere trattato come una patata bollente di cui disfarsi. Tra gli elementi sottolineati da Borioli anche il timore che per il distretto valenzano non vi sia alcun progetto di futuro. Per questo le perplessità del senatore valenzano sono racchiuse in un laconico così non va.

Si può ragionare di tutto, anche della privatizzazione di Expopiemonte, a condizione però che la Regione guidi il processo e che quest’ultimo abbia per obiettivo primario la valorizzazione e il rilancio della struttura e del territorio per il quale essa fu, in primis proprio dalla Regione, voluta e in larga parte finanziata.
Viceversa, si tratterebbe di un puro e semplice “abbandono”, che la Regione non si può permettere, non solo a tutela del proprio patrimonio, ma anche per i doveri che essa ha nei confronti del sistema produttivo valenzano, il quale, lo ricordo, essendo in gran parte composto di aziende artigiane, rientra nelle competenze che l’ordinamento attribuisce alla Regione.
Ecco, io non voglio aprire una polemica. Ma mi sarei atteso, sul tema, da un amministratore capace e avveduto come Chiamparino, che conosco e stimo, un ragionamento un po’ più articolato. Non si può chiamare in causa l’atteso investimento di Bulgari, dicendo “ho sentito parlare di Bulgari, vedremo”. La Regione ha titolo e “potenza”, per aprire con Bulgari un ragionamento.
Messa in quel modo, invece, si rilascia l’idea di una “patata bollente” di cui disfarsi. E perché mai Bulgari dovrebbe decidere di bruciarsi le mani al posto di Chiamparino?
E poi ancora, capisco le esigenze della stampa e della comunicazione politica, ma quando si toccano punti così rilevanti, occorre anche avere idea di cosa si fa, oltreché di cosa si disfa. E allora, se Expopiemonte si deve avviare verso un altro destino, ha la Giunta regionale qualche idea su come ripensare il modello del distretto orafo valenzano, su come supportarne il rilancio in questo momento di difficoltà?
La comunità valenzana, che ha costruito nei decenni le condizioni del proprio sviluppo da sola e senza l’assistenzialismo di cui hanno goduto altre contrade piemontesi, non ha certo paura di fare scelte anche difficili e dolorose. A condizione che esse stiano dentro a un progetto di futuro che, onestamente, le dichiarazioni del Presidente non lasciano neppure confusamente scorgere.”

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