Autore Redazione
lunedì
24 Novembre 2014
13:03
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Politica - Casale Monferrato

Popolari: sulla vicenda Eternit un documento di solidarietà unico da trasmettere a Schimdheiny

Popolari: sulla vicenda Eternit un documento di solidarietà unico da trasmettere a Schimdheiny

Anche i Popolari hanno criticato con forza la sentenza Eternit che “esprime l’ennesimo paradosso del sistema giudiziario italiano, capace, talvolta di esprimersi arrivare in pochi mesi dal primo grado alla Corte di Cassazione, e di impegnare anni per giungere ad una sentenza che sarebbe stata viziata da prescrizione. Per la valutazione giuridica sarà necessario leggere le motivazioni, ma resta il fatto che a Casale Monferrato, come a Cavagnolo, a Rubiera, a Bagnoli si è consumata e si sta consumando una strage in termini di vite umane che non può rimanere impunita per un cavillo giuridico”. Così Alberto Perini, coordinatore piemontese dei Popolari per l’Italia e Massimo Iaretti,  vice coordinatore regionale e coordinatore provinciale di Alessandria commentano la sentenza di mercoledì 19 novembre del processo Eternit. Iaretti, casalese di nascita, è stato in contatto da subito con il senatore Mario Mauro, presidente dei Popolari per l’Italia che è immediatamente intervenuto presso il Governo, mentre il senatore Tito Di Maggio ha portato il suo contributo in aula a Palazzo Madama  alla discussione seguita alla sentenza.

Perini e Iaretti, inoltre, propongono un forte passo istituzionale: “Sarebbe opportuno – dicono – che, oltre alla solidarietà della politica e della società civile, arrivi anche quella delle Istituzioni con un gesto significativo: si concordi con il coordinamento delle associazioni degli enti locali una convocazione simultanea dei consigli comunali con all’ordine del giorno un documento di solidarietà con le famiglie e le comunità colpite di Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera e Bagnoli, venga approvato all’unanimità e trasmesso, oltre che alle più alte cariche dello Stato, anche al Primo Presidente della Corte di Cassazione, al Procuratore Generale della Corte di Cassazione ed al domicilio elettivo di Stephan Schmidheiny affinché si indichi quanto sia chiara, forte e composta la reazione della società e delle istituzioni di fronte all’inaspettato epilogo giudiziario della vicenda”

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