Autore Redazione
mercoledì
2 Ottobre 2019
05:22
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Politica - Alessandria

Azienda rifiuti Aral: “Utili in crescita, minimizzato rischio incendi”

Previsti 6 milioni e 700 mila euro di investimenti fino al 2023. Tra due o tre anni, però, la discarica di Solero si esaurirà. "Serve una alternativa"
Azienda rifiuti Aral: “Utili in crescita, minimizzato rischio incendi”

ALESSANDRIA – Poco più di un anno fa due incendi a distanza di pochi giorni mettevano a dura prova l’azienda di rifiuti alessandrina. Oggi Aral ha decisamente cambiato passo, complici un nuovo assetto societario e una nuova strategia che ha consentito alla partecipata del Comune di tornare a lavorare a pieno regime e guardare con fiducia al futuro, con l’auspicato sì al piano di concordato previsto all’inizio del 2020 dopo il voto dei creditori del 29 novembre.

Martedì anche i consiglieri comunali della Commissione Sicurezza e Ambiente hanno percepito questo nuovo corso, durante il sopralluogo nella sede centrale di Castelceriolo.

L’azienda riceve e tratta più di 140 mila tonnellate di rifiuti all’anno, da Amag Ambiente, Srt e Amiu Genova. Già nel 2019 è previsto un aumento di un milione di euro di utili, sui circa 5 milioni già calcolati.

Gli investimenti fino al 2023 ammontano a sei milioni e 700 mila euro: dopo gli incendi dell’agosto 2018 il rischio combustione è stato minimizzato, con l’installazione di 15 telecamere, monitorate anche da remoto. Nel 2020 l’azienda investirà anche in termocamere a infrarossi, per monitorare la temperatura dei cumuli di rifiuti. Oggi, inoltre, non viene più trattata la plastica.

Emblematica la situazione nell’isola ecologica, caratterizzata non più da una grande massa indistinta di spazzatura. Oggi i rifiuti sono separati per tipo: ferro, legno, terra, vetro, metallo, pneumatici, carta, materassi in lana, plastica, ingombranti. Vicino c’è il trituratore, capace di lavorare anche 20 tonnellate di spazzatura all’ora.

L’ambizione di Aral è espandersi. Dal prossimo anno l’intenzione è aumentare le potenzialità dell’impianto, in teoria già in grado di trattare fino a 200 mila tonnellate di rifiuti all’anno. Intorno all’azienda, c’è infatti un’area di 24 mila metri quadrati già di proprietà che, nel prossimo futuro, potrebbe ospitare un nuovo centro di raccolta rifiuti comunale, con un accesso a parte così da non ingolfare gli accessi all’impianto.

Da aprile Aral è infatti tornata ad acquisire anche i rifiuti ingombranti ogni giorno ma, per evitare l’intasamento, è molto probabile che nel prossimo futuro, per questo particolare servizio possa essere aperta solo tre giorni a settimana.

Tra gli investimenti spicca anche la sostituzione dei più di 400 punti luce con fari a led, in grado di far risparmiare fino a 40 mila euro all’anno di energia, e tre nuovi biofiltri, l’impianti utili all’abbassamento dei cattivi odori che saranno dotati di sonde a temperatura collegate a un sistema automatico di irrigazione.

Occorre infine trovare l’alternativa alla discarica di Solero, l’attuale destinazione dei rifiuti del territorio che escono da Aral lavorati. C’è tempo ancora due o tre anni visto che è in fase di ultimazione la costruzione dell’ultima semivasca. Nel 2023 è stato infatti già messo a bilancio un milione di euro in più di spesa per il trasporto dei rifiuti in altri impianti. “Occorre già oggi impegnarsi a trovare una soluzione, due o tre anni di tempo non sono molti” ha sottolineato ancora il direttore Rivolta, insieme al vice presidente Fabio Quirico.

“Ringrazio in particolare i 33 operai e dipendenti Aral” ha sottolineato il direttore Marco Rivolta “quando sono arrivato qui lo scorso sono stati di sicuro il fattore più positivo che ho riscontrato. Nelle difficoltà hanno mostrato grande attaccamento all’azienda. C’è chi ha lavorato anche durante la notte di Capodanno. Il rischio esuberi è stato definitivamente scongiurato. Anzi, la volontà di potenziare l’impianto comporterà nuove assunzioni”.

A congratularsi con l’azienda e i dipendenti è stato, a nome di tutta l’amministrazione di Alessandria, anche l’assessore all’Ambiente Paolo Borasio.

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