Autore Redazione
mercoledì
26 Novembre 2014
00:00
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Politica - Valenza

Per la Corte Europea “illegittima” l’eterna vita da precari degli insegnanti italiani

Per la Corte Europea “illegittima” l’eterna vita da precari degli insegnanti italiani

ITALIA – I precari della scuola attendevano da tempo questo verdetto: “la normativa italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato è contraria al diritto dell’Unione”. La sentenza della Corte di Giustizia Europea di mercoledì mattina potrebbe finalmente mettere fine all’eterna vita da precari di insegnanti e personale amministrativo delle scuole italiane, in servizio da almeno 36 mesi. Un bacino di circa 250 mila persone che d’ora in avanti, con questo verdetto in tasca, potrà contare sull’assunzione o un risarcimento, anche per gli scatti di anzianità non riconosciuti tra il 2002 e il 2010.  La sentenza di mercoledì è stata accolta come una vittoria anche da tutte le sigle sindacali che da anni portano avanti battaglie a colpi di ricorsi per la stabilizzazione del personale precario della scuola. La Gilda ha subito annunciato la volontà di inviare  una diffida al Governo e di avviare subito dopo iniziative giudiziarie per la stabilizzazione dei precari in tutta Italia. “Questo verdetto mette fine all’abuso dei contratti a termine” ha sottolineato ai microfoni di Radio Gold News Serena Morando, Segretario Provinciale Flc Cgil Alessandria. Il Governo, ha aggiunto, potrebbe fare orecchie da mercante rispetto al verdetto europeo, ma andrebbe incontro  a una procedura di infrazione e poi al pagamento di multe miliardarie “che si sommerebbero ai risarcimenti per la soccombenza nei ricorsi che dopo questa sentenza sicuramente aumenteranno di numero”.  Il verdetto della Corte di Giustizia, ha aggiunto Carlo Cervi, referente di Cisl Scuola Alessandria, non ha ancora chiuso definitivamente la partita perché ora il principio sancito in Europa  dovrà essere recepito  all’interno della Giurisdizione italiana. Gli effetti di questa pronuncia, quindi, non si vedranno “domani mattina”, ma intanto il verdetto di mercoledì  ha “sollecitato” il Governo Renzi a trasformare ‘in fatti’ i propositi annunciati con la “Buona Scuola”. “Il Governo avrà una convenienza economica a procedere all’effettiva stabilizzazione del personale che ha svolto almeno 36 mesi di servizio che, vorrei sottolineare, non aumenterà i costi della pubblica amministrazione, perché si andranno solo a consolidare situazioni che già esistono e che vedono personale precario lavorare su posti disponibili”. Il verdetto della Corte di Giustizia, secondo Giovanni Guglielmi, Segretario provinciale Uil Scuola, farà certamente da “apripista”. L’Italia, però, non è nuova a “multe” per questa continua successione di contratti “a tempo”. “In passato lo Stato ha già preferito pagare sanzioni piuttosto che procedere alla stabilizzazione del personale. Speriamo che adesso si apra davvero un discorso serio che porti alla stabilizzazione dei precari”.      

 

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