Autore Redazione
venerdì
25 Ottobre 2019
10:54
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Politica - Alessandria

Camera Penale Alessandria: quinto giorno di stop contro la Spazzacorrotti

"Una norma che rappresenta il manifesto della deriva populista e giustizialista della politica attuale"
Camera Penale Alessandria: quinto giorno di stop contro la Spazzacorrotti

ALESSANDRIA – Si conclude oggi il periodo di cinque giorni di astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale proclamato dalla Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane, alla quale la Camera Penale di Alessandria ha aderito.

I Penalisti Italiani sono fermamente contrari all’entrata in vigore, il 1° gennaio 2020, della norma introdotta dalla legge c.d. “Spazzacorrotti” che, di fatto, abroga la prescrizione dei reati dopo la pronuncia della sentenza di primo grado, sia essa di condanna sia essa di assoluzione.

“Si tratta di una norma che rappresenta il manifesto della deriva populista e giustizialista della politica attualeha sottolineato il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Alessandria “poiché con essa si afferma che un qualunque cittadino, sia imputato sia persona offesa dal reato, possa e debba restare in balia della giustizia penale per un tempo indefinito, ovvero fino a quando lo Stato non sarà in grado di celebrare definitivamente il processo che lo riguarda. L’avvocatura penalista intende ricordare all’opinione pubblica che, in base ai principi che governano il nostro sistema processuale penale, la prescrizione rappresenta il rimedio all’incapacità dello Stato di celebrare i processi in tempi ragionevoli”.

“Occorre evidenziare che l’istituto della prescrizione era già stato interessato da una riforma, solo due anni fa, la c.d. “Riforma Orlando”, che aveva allungato, e di molto, i termini di estinzione dei reati: a titolo esemplificativo, secondo la disciplina attualmente vigente, il reato di spaccio di stupefacenti si prescrive in non meno di 20 anni, quello di stupro aggravato si prescrive in 22 anni, il reato di omicidio stradale si prescrive in 17 anni e mezzo, mentre la gran parte dei reati contro la pubblica amministrazione si prescrive in 18-20 anni. E allora, se lo Stato già oggi può disporre di un imputato per un tempo ingiustificatamente così lungo, dov’è l’urgenza di prevedere che lo possa tenere sospeso per un tempo indefinito?”

“E’ opportuno inoltre sgombrare il campo dall’equivoco secondo il quale gli avvocati sarebbero i responsabili principali della durata troppo spesso eccessiva dei nostri procedimenti penali, anche attraverso l’uso distorto dell’istituto della prescrizione: i dati ministeriali spazzano via tale equivoco. Infatti il 70% delle estinzioni per prescrizione matura prima del processo, ovvero nella fase delle indagini preliminari nella quale i difensori non svolgono quasi mai attività. Da ultimo, in base ai dati della ricerca commissionata da UCPI ad Eurispes, si evince che la prescrizione falcia il 10% delle sentenze di primo grado: questo significa che, in termini numerici, la riforma della prescrizione avrà un’efficacia pressochè nulla in termini di efficienza del sistema giustizia. Senza dimenticare che i processi hanno una durata irragionevole perché mancano le risorse disponibili (magistrati, cancellieri, infrastrutture e mezzi informatici) per poterli celebrare. Nessuno può essere imputato o parte civile per sempre”.

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