Autore Redazione
martedì
20 Gennaio 2015
00:00
Condividi
Politica - Acqui Terme

La Regione “studia” una soluzione per gli ospedali di Tortona e Acqui da presentare mercoledì al Ministero

La Regione “studia” una soluzione per gli ospedali di Tortona e Acqui da presentare mercoledì al Ministero

ALESSANDRIA – Non è stata una riunione “conclusiva”, ma l’incontro di lunedì tra i sindaci della rappresentanza dell’Asl Al e l’assessore regionale alla sanità, Antonio Saitta, ha segnato il passaggio dalla “fase della testimonianza” a quella “della ricerca di soluzioni”. Questo il primo commento del membro dell’esecutivo di Palazzo Lascaris al termine del confronto durato oltre un’ora nella Sala Giunta del Comune di Alessandria, alla presenza anche del direttore dell’assessorato alla sanità, Fulvio Moirano e dei consiglieri regionali del territorio. “Una riunione utile e un utile confronto” in cui i sindaci non hanno mancato di rimarcare le posizioni dei singoli territori, ha ammesso Saitta, ma dove pare si sia allentata quella “radicalizzazione di posizioni” che nell’alessandrino ha fino ad oggi impedito di trovare un’intesa sulla delibera per la riorganizzazione della sanità piemontese. Una soluzione per Tortona e Acqui ancora non c’è, ma nelle prossime ore, ha garantito Saitta, la Regione lavorerà a una proposta da presentare mercoledì al Ministero della Salute per cercare di fare ottenere ai due ospedali di territorio “qualche altra disciplina in accordo a livello di quadrante” oltre a quelle già previste come il Pronto Soccorso funzionante h24, medicina generale, chirurgia, ortopedia e traumatologia, radiologia, laboratorio analisi e alcuni posti letto di terapia intensiva. Con Alessandria ospedale “hub”, Casale e Novi Dea rimangono comunque banditi  “doppioni” in provincia. La sanità piemontese è “malmessa” e oggi, ha aggiunto Saitta, non possiamo più “adagiarci” sull’idea che gli ospedali della regione siano “la somma di tutte le eccellenza del mondo”. Questa convinzione, ha sottolineato l’assessore, contrasta con i dati di attività molto bassi di alcuni primariati e con i 260 milioni di euro che il Piemonte dovrà versare ad altre Regioni italiane per le prestazioni mediche e sanitarie che nel 2014 i cittadini piemontesi hanno scelto di ricevere oltre i confini regionali. Dopo aver speso per anni più di quanto ricevuto “+ 400 milioni sugli 8 miliardi di costi per la sanità piemontese, quello che io chiamo lo spreco” ha chiosato Saitta, il Piemonte oggi non ha più “libertà di scelta”. La riorganizzazione della rete ospedaliera in questo 2015 dovrebbe liberare la Regione dalla morsa del commissariamento, ma la riforma “non è un tema di carattere economico”. Alcune questioni, come il tema della salute, ha precisato Saitta non possono essere “oggetto di mediazione politica” e un basso numero di prestazioni mediche rappresenta un rischio per i cittadini. “Nelle passate settimane gli animi si sono surriscaldati, ma tra amministratori non ha senso condurre una battaglia sul piano giuridico che, nella maggior parte dei casi, serve più agli avvocati che a dare risposte ai cittadini. La riorganizzazione della sanità non equivale a un taglio di posti letto e serviranno due o tre anni per attuarla. Noi non abbiamo intenzione di chiudere e poi vedere cosa accadrà. Interverremo quando avremo tutte le risposte anche per garantire ai cittadini un piano di assistenza ambulatoriale e domiciliare perchè oggi la domanda in tema di sanità non è più solo ospedaliera”. Ora , quindi, non resta che attendere l’esito dell’incontro di mercoledì al Ministero e la successiva “modifica” della delibera che l’assessore Saitta si è impegnato a trasmettere al sindaco di Alessandria, Rita Rossa, in qualità di presidente della rappresentanza dei sindaci dell’Asl Al, prima del nuovo passaggio in Giunta a Torino, previsto per questo venerdì. “Il tempo è poco, ma noi ci lavoriamo” ha concluso l’assessore Saitta, intanto soddisfatto dell’esito dell’incontro di lunedì,  così come il sindaco di Alessandria e il presidente della Commissione Sanità in Regione, Domenico Ravetti.

 

Condividi