Autore Redazione
mercoledì
28 Aprile 2021
15:18
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Politica - Alessandria

Caso Pfas: come è andata l’audizione della Provincia davanti alla Commissione d’inchiesta sui rifiuti

Caso Pfas: come è andata l’audizione della Provincia davanti alla Commissione d’inchiesta sui rifiuti

ALESSANDRIA – Si è riunita oggi, alle ore 14, la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati. Nell’Aula del quinto piano di Palazzo San Macuto si è tenuta l’audizione in videoconferenza con il presidente della Provincia di Alessandria, Gianfranco Baldi. Tema di giornata l’ampliamento della produzione di Pfas da parte della Solvay nello stabilimento di Spinetta Marengo. Qui potete visionare tutto il video.

Ad aprire è stato il presidente della Regione, Gianfranco Baldi: “Per questa audizione mi sono preparato una sorta di resoconto. Il settore Ambiente della provincia di Alessandria ha seguito con attenzione questa procedura iniziata nel 2019 con la richiesta da parte della Solvay di una modifica sostanziale per l’ampliamento della produzione di Pfas“. Per poi aggiungere: “Nel corso della Conferenza dei servizi che si è tenuta il primo ottobre 2020 durante la quale sono state fatte alcune richieste specifiche su questo argomento. Tra queste la necessità da parte degli enti di verificare l’effettiva esecuzione delle azioni di miglioramento della gestione dei reparti; interventi finalizzati a evitare il verificarsi di perdite di prodotto e sopralluoghi puntuali presso gli impianti interessati; limiti non meno restrittivi di quelli fissati nella bozza del Collegato ambientale 2020; indicate prescrizioni inerenti agli aspetti gestionali atti a garantire un attento controllo della produzione“.

Baldi ha inoltre sottolineato come “tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 sono stati effettuati quattro sopralluoghi durante i quali si è constatato lo stato di attuazione degli interventi in relazione al programma presentato. Nel 2021, poi, sono state introdotte restrizioni maggiori che prevedono in primis la conclusione e la certificazione di tutti gli interventi di miglioramento di eliminazione e prevenzione delle perdite prima della produzione e dell’aumento dell’utilizzo del C6O4 oltre a controlli specifici di prevenzione. È stato poi previsto per il punto in scarico in Bormida un sistema di campionamento con controller che permetta in piena autonomia i controlli dello scarico da parte dell’ente preposto a sorvegliare. Qualora emergessero nuove evidenze scientifiche è già previsto l’inserimento di ulteriori restrizioni imposte alla stessa Solvay“.

La Commissione ha chiesto poi il motivo per cui siano stati utilizzati i limiti presenti nel Collegato ambientale, che non è una legge in vigore, e non quelli presentati dall’Istituto superiori di sanità che sarebbero maggiormente restrittivi. “Il limite presente nel documento (quello di 500 solo per i Pfas, ndr) è quello indicato da Arpa in istruttori. Ma è anche il limite che la stessa Agenzia ha in discussione con le altre Agenzie nazionali e Ispra e da cui era discesa la Bozza del Collegato ambientale. L’assenza di una normativa statale è un grave punto cieco per questa autorizzazione tanto che la Provincia ha già richiamato in autorizzazione l’obbligo di applicare eventualmente una norma maggiormente restrittiva nel caso in cui dovesse uscire. In assenza di normative specifiche abbiamo ritenuto che il Collegato ambientale fosse la scelta migliore da seguire”, ha spiegato l’ingegnere Claudio Coffano chiamato in causa da Gianfranco Baldi per rispondere alle domande maggiormente tecniche.

Il dibattito ha puntato proprio sulla scelta della Provincia di puntare sul Collegato ambientale “quindi a norme meno rigorose e a una Bozza di Legge” e non ai limiti più stringenti presentati dall’Istituto superiore di sanità. “Noi abbiamo proposto i limiti suggeriti da Arpa in sede di Conferenza dei servizi, verificando inoltre che i limiti erano in linea con quelli proposti nella Bozza. Nonostante l’Iss e l’Ispra siano stati invitati in Conferenza dei servizi non ci hanno fornito indicazioni a riguardo”, ha aggiunto Coffano. È stato chiesto poi conto della bonifica da parte di Solvay dell’area, non ancora ultimata, ma soprattutto della situazione di salute dei cittadini di Spinetta Marengo con “questi nuovi Pfas che si accumulano maggiormente nell’organismo umano” oltre allo smaltimento dei fanghi e dei percolati. L’ingegner Coffano ha spiegato che “se abbiamo elementi maggiori siamo pronti a prenderli in esame. Più che aver invitato tutti gli enti interessati a livello nazionale di più non potevamo fare”.

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