Autore Redazione
lunedì
27 Luglio 2015
22:00
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Politica - Valenza

Valenza chiede una mano ai cittadini. La città #siamonoi

Valenza chiede una mano ai cittadini. La città #siamonoi

VALENZA – Le città sono di tutti. E se tutti paghiamo le tasse alla stessa maniera ogni piccolo gesto positivo può essere un modo per pagarne di meno o comunque per rendere le aree urbane più gradevoli. Certo bisogna rompere quella barriera di delusione e di rancore per una situazione che appare nettamente diversa rispetto al passato quando, con meno, si aveva di più, ma oltrepassato questo ostacolo psicologico lo sguardo verso il futuro potrebbe apparire meno cupo. È il tema di questi giorni a Roma, dove l’attore Alessandro Gassman ha esortato i romani ad armarsi di scopa per pulire la città, ma lo è quotidianamente ad Alessandria divisa tra lodevoli iniziative di alessandrini, come ‘Rilanciamo Alessandria, armati di buona volontà e cittadini che con foto su facebook denunciano elettrodomestici o divani abbandonati vicini ai cassonetti. Nella discussione si infila anche Valenza ora intenzionata a ‘istituzionalizzare’ volonterosi cittadini per far fronte alla penuria di risorse economiche. Lo ha spiegato a Radio Gold News l’assessore Marina Baiardi dopo le polemiche sulla sicurezza dei giardini di viale Oliva e delle aree attrezzate della città. “Noi vorremmo una partecipazione attiva della comunità – ha spiegato. Chiederemo anche al privato cittadino, già ai primi di settembre con dei tavoli appositi, di studiare con noi delle soluzioni che possano adattarsi alla situazione attuale del Comune. Non stiamo vivendo un periodo molto florido per le casse comunali e stiamo cercando quindi alternative che possano aggirare questi problemi“. L’assessore pensa “di attivare delle associazioni di cittadini che possano occuparsi delle aree verdi della città, con la massima serietà. Rivolgendoci ad associazioni già nate che hanno progettualità“.
In fondo il “sindaco siamo noi” ha spiegato anche l’esponente valenzano del Pd, Sergio Cresta, su facebook, riportando un articolo dell’Espresso in cui si ricorda come ogni nostra azione rappresenti il nostro modo di intendere la città. Perciò parcheggiare in doppia fila, far finta di ignorare i bisogni lasciati sui marciapiedi dai nostri cani, non pagare il biglietto dell’autobus sono tutti gesti che hanno effetti dirompenti e che spesso finiscono per scoraggiare anche i più virtuosi.
La domanda però è se può davvero arrivare un cambio di mentalità di questo tipo. Se il desiderio di fare qualcosa di positivo non rischi di creare aspettative destinate a essere disattese. Il rancore per “le tasse salate che dovrebbero garantire un servizio eccelso”, la delusione per la “noncuranza dimostrata dagli altri”, l’aspettativa di un premio non necessariamente dovuto sono insidie dietro l’angolo che potrebbero mortificare il desiderio costruttivo di rimettersi in gioco e di aiutare concretamente la città.
Valenza a settembre tenterà comunque di costruire una comunità partecipata. 

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