Autore Redazione
lunedì
6 Ottobre 2014
16:53
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Calcio

Elegante testimone dei valori che contano. Paolo Maldini nel segno di Nils Liedholm

Elegante testimone dei valori che contano. Paolo Maldini nel segno di Nils Liedholm

Nils Liedholm e Paolo Maldini, due uomini di classe e due signori del calcio. E’ proprio con questo appellativo (“signor Liedholm”) che l’ex capitano del Milan ha parlato dell’allenatore che, quando aveva solo 16 anni, lo fece esordire in serie A a soli 16 anni. A testimoniare quanto il ricordo del suo primo allenatore tra i professionisti sia ancora pieno di affetto e rispetto. Semplice e schietto Paolo Maldini arrivato questo lunedì a Cuccaro Monferrato a ritirare il premio Liedholm 2014, dopo Ancelotti, Del Bosque e Platini, altre tre leggende del calcio ma prima di tutto uomini veri. “Divertiti” fu il consiglio del Barone al giovane terzino, lo stesso che ora Maldini ripete ai suoi due figli, entrambi nelle giovanili rossonere con un cognome forse troppo pesante da portare. “Da giovane vivevo il calcio con un po’ di apprensione, volevo dimostrare che giocavo nel Milan perché meritavo e non perché ero figlio di Cesare” ha sottolineato Maldini “E ora capisco Christian e Daniel che come me hanno la passione per questo sport.” Nel racconto della vita del numero 3 milanista il giornalista di Sky Nicola Roggero è partito dai due rimpianti sportivi della sua carriera: alzare un trofeo con la Nazionale, lui che può vantare il record di minuti giocati a un Mondiale, ben 2216. Due piccoli nei che non offuscano la sua superba avventura nel mondo del calcio: 902 presenze nel Milan in ben 25 anni, 8 volte finalista della Coppa dei Campioni e, ha ricordato Roggero, inserito cinque volte su sette nei top 11 delle competizioni in maglia azzurra che ha disputato, tra Mondiali e Europei. Persino quando, nel 1996, in Inghilterra l’Italia fu eliminata ai gironi: “perché Maldini preferisce l’eleganza alla fisicità” scrissero gli organizzatori. 

“Ricordo l’intervista alla fine della partita di Udine, quando esordì in serie A” ha sottolineato Alberto Cerruti, prestigiosa firma de La Gazzetta dello Sport e componente della giuria del Premio Liedholm “sperava che suo papà gli risparmiasse la scuola, il giorno dopo. E poi quella semplice macchina fotografica che comprò in Inghilterra, quando c’era l’Europeo nel 96. Solo con quella macchina avrebbe immortalato il figlio Cristian appena nato, disse, senza fare alcuna uscita sui giornali.” 

“Liedholm non entrava mai in polemica, con l’ironia riusciva a dire le cose e a farti pensare senza essere così diretto” ha ricordato Maldini “difficile trovare un Nils Liedholm oggi. Lui era unico, un grande campione di calcio, un grande allenatore e un grande uomo, è difficile fare paragoni.”

Insieme a Carlo Liedholm, figlio di Nils, e al giovane nipote del Barone, Paolo, tra gli ospiti di Villa Boemia anche Filippo Galli, uno dei componenti di quella difesa stellare che fece del Milan una delle squadre più vincenti, a cavallo degli anni ’90. “Maldini era un destro naturale che giocava anche, e soprattutto a sinistra. In mezzo a Tassotti, Baresi e Costacurta” ha sottolineato Nicola Roggero nel paragonarli ai Beatles “era un misto tra Lennon e McCartney.”

L’intervista a Thomas Nordhal, figlio del grande attaccante del Milan Gunnar, anche lui presente alla premiazione di Paolo Maldini. 

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Nella foto Paolo Maldini in mezzo al sindaco di Cuccaro, Fabio Belinaso e a Carlo Liedholm 

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