Autore Redazione
domenica
16 Giugno 2019
19:09
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Alessandria Calcio - Calcio - Alessandria

Maurizio Sarri, da grigio a “strisciato”

Già otto anni fa il popolo grigio era certo che quel tecnico avrebbe fatto molta strada
Maurizio Sarri, da grigio a “strisciato”

ALESSANDRIA – Da qualche ora la notizia è ufficiale. Maurizio Sarri è il nuovo allenatore della Juventus ed è facile immaginare che a Napoli saranno tanti i tifosi partenopei che masticheranno amaro nel vedere il loro ex condottiero, capace di portarli a un passo dal sogno, indossare ora la maglia dei rivali per eccellenza.

Solo otto anni fa, però, il tecnico di Figline portò quasi in Paradiso anche Alessandria. Nonostante una società piena di incognite, infatti, quegli undici “titolarissimi” (più un “18” di lusso in panchina da calare quando c’era bisogno di “assi”), rimangono ancora scolpiti nella memoria di tutti, come una cantilena: Servili-Pucino-Cammaroto-Romeo-Bonomi-Camillucci-Damonte-Negrini-Martini-Croce-Scappini, con capitan Artico vero e proprio uomo in più sul rettangolo verde e nello spogliatoio.

“Oltre che i napoletani Maurizio Sarri ha “tradito” anche me?” si chiederà ora il tifoso mandrogno. Anche se qualche “eccezionale” caso di supporter grigio e juventino c’è, infatti, è nota la predilezione del mondo alessandrino per i granata, suggellata da un vero e proprio gemellaggio tra tifoserie.

Lo stesso presidente Luca Di Masi, ad esempio, ha sempre palesato con orgoglio la sua doppia fede: per l’Orso e per il Toro, due animali che fanno della passione, della ferocia e della tenacia il loro marchio di fabbrica, al contrario della più elegante e sobria zebra.

In ogni caso, anche se un po’ spiazzati e stupiti nel vedere il condottiero in tuta allenare oggi la Vecchia Signora, siamo comunque sicuri che tutti i tifosi alessandrini proveranno, riguardo a Maurizio Sarri, l’orgoglio di aver potuto ammirare il suo calcio e la sua genuinità prima della gran parte dell’Italia del pallone. 

Già otto anni fa era infatti granitica, in tutto il popolo grigio, la certezza che quel mister dal carattere un po’ burbero ma dalla conoscenza sopraffina della “cosa più importante tra le cose meno importanti” (il calcio secondo il maestro Arrigo Sacchi, ndr) avrebbe fatto strada. 

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