Autore Redazione
lunedì
26 Luglio 2021
05:15
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Altri Sport - Alessandria

Federico Poggio alle Olimpiadi, l’ex coach: “Ranista nato, da piccolo se nuotava a stile andava più piano”

Federico Poggio alle Olimpiadi, l’ex coach: “Ranista nato, da piccolo se nuotava a stile andava più piano”

ALESSANDRIA – Orgoglio. Questo il sentimento che traspare dalle parole di Gianluca Sacchi, allenatore di nuoto ed ex coach dell’alessandrino Federico Poggio, reduce dalla semifinale olimpica dei 100 rana alle Olimpiadi di Tokyo. Un grande exploit per il giovane nuotatore cresciuto proprio allo Swimming Club Alessandria (vedi nella foto principale, di otto anni fa) e poi in grado di spiccare il volo fino a tuffarsi nelle acque a cinque cerchi.

Anche Gianluca Sacchi, ovviamente, ieri ha fatto le ore piccole per tifare il suo ex atleta che, purtroppo, non è riuscito a centrare la finale di specialità: “Non è facile resettare tutto e mantenere la forma dopo la bella prestazione ai quarti di finale, forse la fatica si è fatta sentire” ha raccontato Sacchi “gli ho scritto che deve comunque essere contentissimo di quello che ha fatto. Mi ha risposto che lo era”.

“Vederlo alle Olimpiadi è stata un’emozione unica”. Poggio ha lavorato con coach Sacchi quando aveva tra gli 11 e i 12 anni: “Lo facevamo gareggiare nella categoria dei più grandi per stimolarlo ancora di più, ricordo che iniziò a nuotare per divertimento, come fanno tutti. Ma già allora in gara si trasformava, tirava fuori una grinta incredibile. Perché lo stile a rana? Ranisti si nasce, è uno stile che non si insegna, lo si può migliorare ma bisogna essere predisposti e lui lo era già da piccolo. Era una cosa naturale, basti pensare che all’inizio andava più forte a rana rispetto allo stile libero, che non ha mai gradito molto”.

“Le Olimpiadi? Vista la sua crescita degli ultimi anni sapevamo che era in rampa di lancio, ci saremmo aspettati una sua qualificazione futura, per Parigi 2024. Non immaginavamo che potesse centrare il minimo già per Tokyo. Al Settecolli, invece, ce l’ha fatta: è stata una bella sorpresa, la ciliegina sulla torta. Lui ama le distanze più veloci, quindi anche i 50 che, purtroppo, non sono una distanza olimpica. Ricordo, però, che da piccolo andava forte anche nei 200: evidentemente col passare degli anni ha preferito concentrarsi sui 100, una distanza a lui più congeniale: ora, comunque, potrà godersi delle meritate vacanze e poi spero di poterlo rivedere in città. Allo Swimming Club ci stiamo già preparando ad accoglierlo come merita”. 

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