Autore Redazione
martedì
24 Luglio 2018
06:00
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Eventi

A “Paesaggi e oltre” Eugenio Allegri e Les Nuages Ensemble

Tappa preziosa al festival di teatro e musica d’estate nelle terre dell’UNESCO con il reading-spettacolo “Di suoni e d’asfalto”. L’intervista ad Eugenio Allegri.
A “Paesaggi e oltre” Eugenio Allegri e Les Nuages Ensemble

CASTAGNOLE DELLE LANZE – Il terzo appuntamento-tappa di “Paesaggi e oltre, teatro e musica d’estate nelle terre dell’UNESCO” è un viaggio tra musica ed emozioni, nel contesto già di per sé sognante del belvedere a fianco del municipio di Castagnole,  di fronte alle colline e ai vigneti. Protagonista Eugenio Allegri, maestro indiscusso di teatro, indimenticabile nella sua interpretazione di “Novecento”, personaggio cucitogli addosso da Baricco per l’omonimo spettacolo diventato storico e che, ancora oggi, dopo venticinque anni, riempie le sale di tutt’Italia.

“Di suoni e d’asfalto”, martedì 24 luglio alle 21.30, è un reading-spettacolo incentrato sul tema della letteratura di viaggio, dove Allegri, con la sua voce, il suo corpo (come “quell’attore che mi piace essere fin da bambino”, lui stesso dice scherzosamente),  crea, con il quartetto di musiciste de Les Nuages Ensemble,  mondi reali e immaginari. L’asfalto del titolo è la strada, perché anche di concretezza e fatica  sono fatte le avventure, i suoni sono un caleidoscopio di atmosfere.  Così il viaggio attraversa le pagine di Soldati, Calvino, Baricco, Kerouac, Chatwin, Le Clézio e le note di suoni berberi, klezmer, jazz, tango e mediorientali, in quello che è stato definito molto più di un reading, per affabulazione e coinvolgimento.

Eugenio Allegri

Eugenio Allegri, i testi dello spettacolo appartengono alla letteratura da viaggio. Come li avete scelti?

Certamente ci sono pagine dedicate alla scoperta di luoghi e spazi geografici e fisici, ma poi ci siamo resi conto che dire viaggio vuol dire entrare nei pensieri, nei sentimenti, nei corpi  dei personaggi che le parole scritte rievocano e rendono vivi. Il viaggio quindi non è solo nello spazio, ma è quello che si muove nelle menti e nelle emozioni. Ci sono, ad esempio, un paio di scritti anonimi di racconti sugli zingari e di una poesia irlandese dove si parla di amore. Nel primo caso è amore per la vita, nel secondo, tra uomo e donna: sono viaggi di andata e ritorno tra le persone e questo ha unito la scelta tra i testi.

Qual è il registro emotivo che domina i viaggi evocati?

C’è la dimensione dell’avventura e della fantasia.  Non è solo la fantasia dei creatori delle storie, ma anche quella dei personaggi da loro creati, per esempio la fantasia di Bartleboom, il protagonista di “Oceano mare” di Baricco, quella di Marco Polo e del Kublai Khan ne “Le città invisibili” di Calvino, come quella di Chatwin ne “ Le vie dei canti” e quella di Soldati nel descrivere il viaggio in treno nei monti dei Giovi. È una libertà di intenzione che torna sempre al filo comune dell’avventura, tutti i personaggi sono avventurosi e, trattandosi di viaggio, non potrebbe che essere così

Novecento, il leggendario pianista sull’oceano,  “incantava i desideri”, ovvero viaggiava con l’immaginazione senza mai sbarcare dalla nave. C’è qualcosa del suo incanto in questo ultimo lavoro ?

Innanzi tutto c’è la musica. Il rapporto con la musica delle Nuages Ensemble è molto concreto e carnale, sia che vadano sulla sponda per loro consueta della musica klezmer, sia che sperimentino altri generi. La loro presenza si misura sempre in modo forte con la parola e prosegue quell’incanto prolungato che per me è iniziato con Novecento. Ogni volta che ci si avvicina ad una pagina scritta, ci si rende conto che è intrinseca una dimensione musicale: riuscire a renderla palese con uno scambio con gli strumenti e la loro armonia fa parte del mio lavoro come attore ed è per me un Novecento che si prolunga. Ci sono, tra l’altro, delle storie legate al mare, tra cui un brano di Le Clézio che parla ancora una volta di un viaggio al timone di una nave. Anche le pagine di Soldati parlano di un viaggio che parte dalla terra, da Torino, per arrivare al mare, a Genova. Questo tema per bellezza e condanna mi riguarda da sempre.

In “Di suoni e d’asfalto” lei non si limita ad interpretare con la voce

Sì, perché quando si è sul palcoscenico quell’attore totale che uno cerca di presentare sempre, anche se in piccoli accenni, un po’ predomina.  Alla prima occasione, quando si parla di letteratura zingaresca, si accenna qualche passo di danza balcanica, quando si parla di Genova, noi piemontesi non possiamo non citare “Genova per noi” di Paolo Conte. Ad un certo momento mi metto anche a suonare dei tabla, faccio musica, faccio danza, faccio quell’attore che ho sempre voluto fare fin da bambino e con le Nuages è stato possibile, perché loro sono state molto disponibili ad accettare che io mi mettessi al passo del loro linguaggio. Il corpo, la musica e gli strumenti cercano di fare un tutt’uno e non è solo un espediente per vivacizzare la lettura, ma andare in questa direzione è stata proprio un’esigenza interna nata mentre lavoravamo. Ne risulta un reading un po’ movimentato e non consueto (sorride con la voce, Allegri, e viene proprio voglia di rivederlo sulla scena ed ascoltare quel parlato musicale tutto suo, lirico e pure divertente).

Come si abbinano le musiche de Les Nuages Ensemble con le storie?

C’è un rapporto simbiotico tra gli argomenti e gli stili musicali. Lo stimolo iniziale è sempre quello dello spunto letterario, ma ci  sono momenti in cui sia la parola che la musica si prendono spazi di autonomia. In quei momenti Les Nuages sono libere di sprigionare la loro preferenza su alcuni temi e alcune musiche popolari. Per esempio, dopo la poesia d’amore irlandese, c’è un bel pezzo di musica che viaggia per conto proprio, poiché loro hanno un repertorio di musica popolare vasto e non solo europeo. Anche Les Nuages raccontano il viaggio attraverso l’intrecciarsi delle melodie e il dialogo degli strumenti, cosa molto percepibile nella musica klezmer, ma anche in altri brani. Ne viene fuori sempre qualcosa di molto affascinante.

“Paesaggi e oltre”, proseguirà sino al 25 agosto  nel territorio dei Comuni di Castagnole Lanze, Coazzolo, Costigliole d’Asti e Montegrosso d’Asti, ed è promosso dalla Comunità Collinare con il contributo di Regione Piemonte, Fondazione CRAsti e Fondazione CRT, mentre la direzione artistica, organizzativa e tecnica è  del Teatro degli Acerbi

L’ingresso è a euro 10,00 (euro 8 ridotto) Info: 339/2532921  Il programma completo sui siti www.teatrodegliacerbi.it / www.langamonferrato.it e su fb teatro.degli.acerbi e ig teatro_degli_acerbi.

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