Autore Redazione
mercoledì
15 Agosto 2018
09:31
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Eventi - Novi Ligure

Il conflitto si fa corpo. Recensione di “La via di una scimmia” ad Hortus

Iniziata con un monologo tratto da "Relazione all'accademia" di Kafka e interpretato da Monica Bonomi la terza settimana della rassegna Hortus Conclusus a Novi
Il conflitto si fa corpo. Recensione di “La via di una scimmia” ad Hortus

NOVI LIGURE – “La via di una scimmia” è un monologo che Monica Bonomi porta in scena con successo da dieci anni, ma è anche un’importante eredità artistica lasciatale da Gaetano Sansone e da Luciana Melis (per la parte coreografica), entrambi suoi ex insegnanti alla scuola d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano ed entrambi scomparsi.

Proprio con un video dove il drammaturgo e regista Sansone parla di “Relazione all’accademia” di Kafka, da cui è tratto lo spettacolo, è iniziata, martedì 13 agosto, presso il piccolo giardino di Silvana Maumary, la serata ad Hortus Conclusus, la rassegna ideata e diretta da Andrea Lanza.

Monica Bonomi fa suo il ruolo precedentemente solo maschile di una scimmia, che relaziona davanti ad una platea di accademici circa la sua integrazione nella società umana. Il racconto è grottesco, intriso di incisi, che rompono la narrazione compassata per ritornare alla natura della protagonista, e profondamente tragico. E’ la storia di una cattura, di una detenzione feroce e di un’intuizione che porta all’emulazione del fare umano per conquistare una libertà che sa di surrogato.

Il ritmo narrativo è stringente, si dipana tra eloquio forbito, citazioni francesi, orgoglio del risultato ottenuto e ricordi dolorosi. Monica Bonomi passa in continuazione da atteggiamenti formali ad altri scimmieschi. La sua gestualità dirompe e viene contenuta in una continua battaglia interiore, così la sua voce pacata e ragionevole si rompe in tonalità stridule immediatamente represse. La linea drammatica sta tutta in questa tensione che lo spettatore sente come una corrente elettrica e tocca il vertice nella descrizione della prigionia, nella forzata lettura positiva delle cattiverie subite. Qui le parole da un lato e i gesti e la fisionomia dall’altro rivelano una dicotomia straziante, una sofferenza generatrice di una decisione forzata e crudele. Il senso di costrizione è in ogni gesto e in ogni sillaba, stride con quanto pronunciato e dà il senso della cattiveria e della cecità dell’uomo padrone del mondo. Non c’è un finale rassicurante, ma una conclusione la cui pacatezza brucia e inquieta.

Il ritmo non lascia spazio a tregue, la storia rimane dentro e, come nei testi di valore, lascia una traccia che non svanisce con l’emozione. Un’interpretazione magistrale e uno spettacolo che non bisogna perdere.

La settimana di Ferragosto ad Hortus Conclusus è particolarmente spettacolare e ricca di teatro e continuerà già stasera 15 agosto con la serata cinema con Andrea de Rose nel giardino di Palazzo Spinola di Variana. Qui il programma della settimana.

 

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