Autore Redazione
sabato
10 Novembre 2018
01:40
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Eventi - Alessandria

Come esplosioni violente. Recensione di “Lampi” al Teatro San Francesco

Come esplosioni violente. Recensione di “Lampi” al Teatro San Francesco

ALESSANDRIA – Sulla scena un paravento con un grande buco della serratura, dal quale è naturale sentirsi spiati e forzati a costrizioni che esplodono in reazioni estreme e tragicamente comiche.

E’ già nella scenografia la premessa di “Lampi” de gli Stregatti, che ha debuttato con un tutto esaurito venerdì 9 novembre al Teatro San Francesco, per la stagione MARTE, e sarà replicato anche stasera, sabato 10 novembre, data per la quale c’è ancora la possibilità di prenotare alcuni biglietti. I “Lampi” sono quelli fulminanti degli atti unici di Cechov, interpretati da un inedito  Giulio Casale, cantautore, scrittore, attore e, qui, al suo debutto con la prosa classica, da Giusy Barone e da Alberto Basaluzzo, per la regia di Gianluca Ghnò.

I testi del drammaturgo russo sono un concentrato di comicità e di frustrazione. I tre protagonisti, nella regia di Ghnò, sono sempre in scena, legano i singoli pezzi con delle canzoni rétro, danno voce e corpo senza sosta a sentimenti e insofferenze estreme. Gli atti sono un esercizio di bravura che incarna l’eternità delle insoddisfazioni e le conseguenti reazioni esplosive in una concatenazione grottesca di effetto decisamente comico, eppure verosimile.

La domanda di matrimonio/ I danni del tabacco/ L’orso/ Tragico controvoglia sono i brani cechoviani che si susseguono. Sin dal primo dei quattro la tensione emotiva è al massimo livello; la proposta di matrimonio, come da testo originale, diventa una distorsione grottesca dell’impossibilità di comunicare ed è interpretata con una particolare violenza anche fisica. Esilarante lo scontro che vede Basaluzzo, pedante ed ipocondriaco pretendente, travolto dalle ingiurie e dalla fisicità minacciosa della futura moglie Giusy Barone. E’ nei monologhi “I danni del tabacco” e “Tragico controvoglia” che diventa tangibile il senso di clausura e di impedimento alla felicità, già suggerito dal buco della serratura sullo sfondo. Nel primo, Giulio Casale è un uomo vittima di una moglie che lo disprezza e lo soffoca. Anche una conferenza scientifica diventa valvola di sfogo della sua insoddisfazione e il tono, credibile tra il commovente e l’ilare, è quello di un prigioniero sottomesso e terrorizzato. La risata nasce dalla condivisione, dal grottesco che non sembra neppure tanto improbabile e dal racconto delle piccole angherie quotidiane che fanno nascere la voglia di fuggire. La presenza incombente di una figura femminile è un frammento di musica e gesto danzato, un accenno di flamenco e una mano che volteggia come una minaccia.

In “Tragico controvoglia” Basaluzzo è la perfetta incarnazione  dell’esaurimento nervoso dovuto alle abitudini sociali e, anche in questo caso, ad un matrimonio dove la figura dominante è la donna. Impossibile non ridere all’evocazione delle mani-artigli della consorte.

Lo scontro quasi fisico ritorna ne “L’orso”, dove l’ira lascia il posto alla passione senza alcuna mediazione ragionevole e, ancora, senza alcuna possibilità di confronto e dialogo.

Sono figure paradossali, quelle di Cechov, portate all’esasperazione da un taglio registico che ne accentua gli aspetti più accesi, quali l’intolleranza e la violenza. Nei dialoghi prevale l’isolamento, l’esatto contrario della comunicazione, evidente nelle ripetizioni meccaniche di gesti e parole. L’effetto sortisce in sala risate a scena aperta, ma si ride di ciò che, pur clamoroso, è riconoscibile e in questo sta la forza di un testo che colpisce nel segno. Diversi e ben coesi i tre protagonisti. Minacciosa, sensuale e sempre predominatrice Giusy Barone, la cui gestualità passa dall’incombenza a passi di danza; sorprendente al suo esordio nella prosa Giulio Casale, a suo agio sia per tempistiche che per credibilità comico-tragica. Sempre perfetto Basaluzzo, costantemente vittima dei capricci altrui, delle circostanze e di gabbie sociali. Il suo monologo finale dà il senso della tragicità che non può che far ridere.

Tre ottimi interpreti per un testo che non stanca e sembra calzato su insoddisfazioni e intemperanze quanto mai attuali.

Per info biglietti 3314019616  stregatticomp.teatrale@gmail.com  www.teatrostregatti.it

I biglietti interi costano 15 euro, i ridotti (under 18) 10 euro

Si possono acquistare anche i biglietti online su https://www.vivaticket.it/ita/event/lampi/116004

 

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