Autore Redazione
sabato
17 Novembre 2018
06:15
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Eventi - Alessandria

Parenti serpenti al Teatro Ambra. Parla la regista Daniela Tusa

Ad Ambra Brama di Teatro l’ultimo lavoro della Compagnia dell’Ambra dell’Associazione I POCHI, tratto dalla famosa commedia nera di Monicelli
Parenti serpenti al Teatro Ambra. Parla la regista Daniela Tusa

ALESSANDRIA – “Non sono una grande appassionata di testi teatrali, mi piace avere delle folgorazioni, anche se devo leggere testi per farmele venire. Nel caso di “Parenti serpenti” l’idea mi è venuta per entrambi i motivi e perché avevo amato molto il film di Monicelli con Cinzia Leone, Marina Confalonieri, che è un’attrice di grande talento, Monica Scattini (insomma una parte di quella che era “La TV delle ragazze”) e una delle ultime apparizioni cinematografiche di Paolo Panelli. Mi piace in particolare l’argomento della famiglia, raccontato in maniera grottesca in una commedia nera”.

Incontro Daniela Tusa, attrice, regista e insegnante della scuola teatrale I Pochi,  davanti ad un caffè e subito parliamo della comicità feroce dei testi spesso da lei scelti. Proprio con una commedia dall’ironia crudele (“La visita della vecchia signora” di Dürrenmatt), la Compagnia dell’Ambra esordì, un paio di anni fa, con la sua direzione e, oggi, il tono noir ritorna declinato in altro contesto. La Compagnia dell’Ambra, diventata nel frattempo una realtà consolidata, presenterà, sabato 17 novembre, alle 21, al Teatro Ambra, “Parenti serpenti”, appunto con la regia di Daniela Tusa, tratto dal film di Monicelli su testo di Carmine Amoroso.

In scena Silvia Pivotto, Giancarlo Guazzotti, Alida Ciotti, Marcello Barbera, Sara Amodio, Claudio Notti, Fabrizio Odicino, Andrea De Luca, Lodovica Reggio e Michele Nicoletta Levcenco, mentre la scenografia è di Gianni Trinchieri e le musiche sono di Andrea Negruzzo.

E’ una prima teatrale per il secondo appuntamento della stagione “Ambra Brama di Teatro”, che quest’anno ha proposto un cartellone “a km zero” con le migliori compagnie della zona, realizzato grazie al contributo di ALEGAS.

Daniela Tusa

Siamo nel 1992, la storia si svolge in pieno periodo natalizio, all’indomani della caduta del muro di Berlino, cosa che viene citata in modo superficiale, ma che  sappiamo aver avuto delle ripercussioni anche nel nostro paese”, spiega Daniela Tusa, “E’ un tempo passato storicamente, ma che ha contribuito a cambiare usi, costumi e mentalità non in maniera indifferente. Si parla della più importante riunione familiare, quella del Natale, in una famiglia formata da più nuclei familiari, perché i figli sono grandi, qualcuno con figli e altri no”. L’ambientazione è a Teramo,  all’interno della casa degli anziani genitori Saverio e Trieste, come nel testo originario. Nell’allestimento della Compagnia dell’Ambra sono solo limate certe caratterizzazioni legate alla parlata locale, ma “facendoci forza del fatto che gli attori sono originari di varie parti d’Italia, c’è una bella mescolanza di accenti”, spiega la regista.  Sono ripresi anche i caratteri dei personaggi con tutte le loro frustrazioni e i tanti temi sottesi alle loro personalità, quali l’ipocrisia, la difficoltà nel rivelare una convivenza omosessuale, la rivalità e l’invidia.

Il clima è quello di una festa natalizia in cui si cede ai ricordi del passato. Come dice una delle protagoniste, è “un Natale con tutti i crismi”, sino a quando la mamma Trieste esprime il desiderio di trasferirsi a casa di uno dei figli per la paura di perdere l’autosufficienza”, racconta Daniela Tusa, “I figli vengono messi con le spalle al muro da questa scelta e non riescono ad affrontare la situazione con la dovuta responsabilità, poiché ci sono in ballo desideri, ambizioni non espresse e soffocate, oppure non si vuole alterare un equilibrio dettato dalle abitudini”.  Le abitudini e le piccolezze sono espresse con lo stesso linguaggio appiattente dei programmi nazional-popolari della televisione, anch’essa protagonista nella vita della famiglia, anzi della “famigliaccia” piccolo-borghese, come lo stesso Monicelli l’ha definita. “In Parenti serpenti è sempre presente la voce incessante della TV accesa, che ho mantenuto in questo allestimento, perché è quella che più si intromette nella vita di tutti i giorni, e non solo dagli anni ‘90 ma da sempre. Ha sicuramente un ruolo di educazione fondamentale e nelle case si è sostituita persino ai parenti nell’educazione dei figli. La soluzione finale che i protagonisti adottano nei confronti dell’onere che non si vogliono accollare è grottesca ed è suggerita proprio dalla TV, tanto per far capire quanto questa incida nella realtà e nelle decisioni da prendere”.

Il cast è numeroso e composto da attori formatisi alla scuola dei Pochi, proprio con l‘insegnamento di Daniela Tusa, che può contare su un gruppo affiatato, ormai quasi una grande famiglia. “Ho scelto i protagonisti in base al loro physique du rôle e perché alcuni erano già quasi in parte (pensando al film di Monicelli è impossibile non sorridere). Tuttavia accostarsi ad un personaggio che può avere dei punti in comune con noi può essere un lavoro doppio, perché si dà per scontato di essere in un certo modo, poi invece si incontrano i limiti e la struttura precisa del personaggio che mettono in crisi. Tutti i protagonisti sono attraversati da sentimenti sguaiatissimi e le donne sono il punto di forza del testo: sono dolci, malefiche, teatrali, ipocrite. Un esempio per tutte: Milena, una delle figlie, piange al pensiero dei poveri extracomunitari che arrivano sui barconi strapieni (all’epoca albanesi), poi assaggia il vino e subito cambia discorso, per fare la pubblicità del vino doc”.

I biglietti costano intero € 12, ridotto € 10.

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