Autore Redazione
lunedì
10 Novembre 2014
10:03
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Eventi - Casale Monferrato

La recensione de “L’Agamennone”: la tragedia antica nell’allestimento di Nuovo Palcoscenico

La recensione de “L’Agamennone”: la tragedia antica nell’allestimento di Nuovo Palcoscenico

La vendetta, il sangue che pretende altro sangue in una società arcaica, la legge dettata dalla giustizia personale, sono il tema dell’”Agamennone” di Eschilo, messo in scena venerdì 7 e sabato 8 novembre dall’Associazione Teatrale Nuovo Palcoscenico, nell’ambito del Festival Teatrale “I Crepuscoli”, a Casale Monferrato.

Non è semplice proporre la tragedia greca, per tanti motivi tra cui la sua stratificazione di significati. Il taglio registico di Giuseppe Costantino mira a preservare la preziosità dei versi di Eschilo, affidando l’attualizzazione del messaggio alla recitazione priva di schematismi e di eccessi, capace di far trapelare, e mai gridare, ansie e passioni.

Agamennone, al ritorno dalla guerra di Troia, è ucciso dalla moglie Clitennestra e dal cugino Egisto, unico scampato allo sterminio della famiglia di Tieste da parte del fratello Atreo, padre di Agamennone.  E’ così consumata la vendetta per gli omicidi di Ifigenia (figlia di Agamennone, sacrificata al fine di propiziarsi i venti per la partenza della flotta achea) e dei fratelli di Egisto, dati in pasto al loro padre Tieste da Atreo.

Il vortice tragico si annuncia con le ansie e le premonizioni del coro (Paola Budel, Cinzia Pavese e Monica Rovere), continua con l’apparizione di Clitennestra, il cui odio trasuda da parole amorevoli e false, si prefigura nelle premonizioni  di Cassandra e si concretizza nel fatto di sangue ostentato pubblicamente.

Chiara Angelini interpreta sia una Clitennestra crudele e misurata nel mascherare l’odio sotto una veste devota (“dopo tante pene…posso chiamare questo uomo la colonna che sostiene questa casa…”), sia una Cassandra visionaria. In quest’ultimo ruolo pare uno spirito onniveggente universale, si esprime con un etimo misto e la sua lingua è quella del fuoco che la brucia e illumina (“l’istinto divino in me fa risuonare la sua tempesta di voci”).

La sobrietà si estende anche alla scelta degli abiti. Il coro è composto di vecchi pescatori, abbigliati nella stessa tinta della sabbia sulla quale siedono a rammendare reti, simbolo di lavoro, ma anche della  trappola mortale in cui cadrà Agamennone.  Lo stesso Agamennone (Giuseppe Costantino, anche voce di Egisto) indossa abiti privi di colore, come l’araldo (Marco Brotto) e la sentinella (Rita Tancini).

L’unica nota accesa è il rosso del cappello e delle scarpe di Clitennestra (altera ed elegante), presagio del sangue come il tappeto di porpora da lei steso per il marito, onore tanto smodato da incollerire gli dei.

Notevoli il crescendo ansiogeno e l’orrore che aleggiano su tutti i personaggi, mascherati con calze a rete ( anche qui reti presagio di destino), chiusi nella loro predestinazione e prigionieri della spietata legge che pretende di perpetrare omicidi.

“Io e te insieme sapremo restaurare l’ordine” : la follia della tirannide sta nella frase finale di Clitennestra, rivolta ad Egisto e ad un coro atterrito dalla mattanza.

Ottima resa scenica di un classico non facile, perfetti i tempi e la gestualità del coro e splendida la recitazione nel doppio ruolo di Cassandra/Clitennestra di Chiara Angelini.

Il prossimo spettacolo del Festival Nazionale “I Crepuscoli “ sarà “Ricette d’amore”, della Compagnia Sesto Atto di Sesto Fiorentino, venerdì 21 e sabato 22 novembre.

Nicoletta Cavanna

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