Autore Redazione
mercoledì
26 Agosto 2015
22:19
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Eventi

A Parodi Ligure una mostra sulla pittura rumena

A Parodi Ligure una mostra sulla pittura rumena

PARODI LIGURE – Nuovo appuntamento col Festival della Resilienza “Si sale”. Questo giovedì protagonista sarà la suggestiva e restaurata Abbazia di San Remigio nel Comune di Parodi Ligure, dove, dopo il tour nei boschi alla scoperta di erbe di campo utilizzate nella cucina tradizionale, a cura di Anna Rivera Chef di Osteria Slow Food, alle 18.30 viene inaugurata la collettiva di giovani artisti europei curata dalla Galleria IAGA di Cluj Napoca (Romania), chiamata dal Movimento di Resilienza Italiana a far conoscere l’importante scuola di pittura di Cluj e a dimostrare il valore culturale del popolo romeno, molto presente sul territorio gaviese ed ovadese (15/20% della popolazione). 

Le opere esposte presentano una straordinaria e affascinante panoramica della pittura e della scultura contemporanea romena e intendono riflettere sulle origini e le trasformazioni di un luogo e di una cultura, quale quella est- europea, e sul dialogo con la scena internazionale contemporanea, attraverso linguaggi pittorici e scultorei che interrogano la tradizione dalla prospettiva attuale. 

I temi portanti sono quelli eterni dell’uomo e della storia: l’analisi dell’identità in relazione allo sguardo dell’altro, lo scontro tra dimensione intima e pubblica dello spazio vissuto, il confronto tra le tecnologie e la tradizione, in una tensione mai risolta tra resiliente memoria e resiliente dimenticanza. La mostra è a cura di Ilaria Bignotti e Walter Bonomi. 

Alle 21.30, sempre nell’Abbazia, avrà luogo il concerto di Bellanöva, Balli e canti dalla zona appenninica, “de le quattro province” riproposti in una nuova veste. Bellanöva è il risultato dell’incontro tra il duo di tradizione popolare formato da Stefano Valla e Daniele Scurati, eredi di un’importante tradizione musicale che si è tramandata oralmente nella zona appenninica detta “delle quattro provincie” (Genova, Alessandria, Pavia e Piacenza) e, due interpreti di formazione classica, il violoncellista Antonio Fantinuoli e il violinista e compositore Marcello Fera

Quest’ultimo ha rivestito il repertorio di balli e canti tradizionali in cui domina l’inconfondibile suono del piffero, un oboe popolare tipico della zona – e della tradizione interceltica che giunge grazie a San Colombano da Bobbio sino in Irlanda – con le nuove voci destinate agli archi che lo avvolgono e lo intersecano come se si trattasse della trama di un tessuto e lo proiettano in una nuova dimensione espressiva e comunicativa.

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