Autore Redazione
lunedì
3 Ottobre 2016
15:44
Condividi
Eventi

Il casalese Emiliano Cavalli espone le sue opere a Roma

Il casalese Emiliano Cavalli espone le sue opere a Roma

ROMA – Da mercoledì 5 ottobre, il ristorante capitolino dello chef Cesare Marretti “E’ cucina”, via Pietro Cavallini 23, ospiterà per la seconda volta le opere dell’artista casalese Emiliano Cavalli, presente all’inaugurazione, durante un aperitivo evento, a partire delle ore 19:00, con le “costruzioni sonore” di DJ Anto.

La mostra “ Battiti. Storie a colori di dislessia emotiva”, curata dalla giornalista e comunicatrice Laura Gobbi, è l’ennesima sfida di Cavalli, che gioca con il suo pubblico, dichiarando i suoi buoni propositi per poi disattenderli. 12 tele (100×100 e 50×50), 12 cuori, 12 storie a colori di dislessia emotiva, 12 elettrocardiogrammi impazziti. Nessun luogo poteva essere più adatto per questa personale: la cucina, il cuore della casa, della famiglia, dei sentimenti, delle radici, dove si crea e si trasforma, dove prendono vita alchimie che nutrono, dove a volte il calore è inghiottito dal freddo dell’assenza materna e la dispensa è vuota.

Questa serie di tele segna la “krisis” per Emiliano – così racconta Laura Gobbi – Per ognuno di noi arriva IL giorno in cui si traccia quella linea immaginaria per il proprio bilancio personale. Cavalli lo fa alla soglia dei quarant’anni, nell’unico modo che noi gli riconosciamo e con la sua più cristallina cifra stilistica: “ stanco di aspettare e guardare gli altri, prese la decisione di abbandonare l’ombra del suo cuore e finalmente, volare”. Parla di sé in terza persona, ancora non riesce a dialogare con se stesso. Mostra il suo cuore, la sua anima, il suo mondo Fragile ma si nasconde sempre dietro a qualcosa, e non si sa se per vergogna o per dignità.”

Lo “Sturm und drang” del cromatismo si trasforma in musica. Osservi la tela e ascolti i suoni dell’universo, un cuore che nessuno può vedere, che Cavalli però immagina, e dalle sue visoni nascono mondi che si schiudono con innocente eleganza.
Aritmia del cuore. Ritmo sincopato della musica interiore.“Battiti” un’epifania di sfumature e sentimenti in una sola parola.
Travolti dal colore, sedotti dalla linea semplice del muscolo cardiaco, ci ritroviamo a sorridere nel chiassoso carnevale di uccelli in un codice universalmente comprensibile . Cavalli trova la sua anima e parla alle nostre.

Le parole si fanno largo, prendono più spazio in queste opere, c’è più poesia come se tutto quello che ci ha donato finora non gli bastasse, non ci bastasse. Il bisogno di melodia, di aria, di volare, fa vibrare i grafismi sulle tele, raccomandandoci di “Abusare con cautela” di ciò che ci può allontanare dal nostro surreale perché, “nonostante inutili piume e parole portate dal vento, la prima-vera arriva sempre.”
Cuori. Amori che crescono, amori nascosti, amori spezzati, cuori che vanno in pezzi e pezzi che compongono un cuore. Cuori trasparenti, cuori fragili, cuori come quello di Frida, tela d’apertura della mostra che segna il passaggio dalle chiassose e sfacciate “Icone Pop” a “Battiti”. L’ artista messicana, tra tutte le icone è l’anello di congiunzione e di connessione diretta in dialoghi reali nel quotidiano di Cavalli. Il suo cuore è un accenno trasparente, un cuore ricucito da un pappagallo che ha il compito di farlo funzionare di nuovo.
Non è facile mettere insieme i pezzi di un cuore, soprattutto quello di un bambino, come non è sempre facile trattenere il colore nella forma perfetta di un pois. La precisione delle imperfette sbavature, l’uscire dai margini, essere fuori dal tempo, sbagliare il ritmo, è qui tutta la dislessia emotiva di Cavalli:” non sono riuscito mai a fare le cose giuste nell’ordine giusto, non sono mai stato nel tempo ma tutto sommato, mi è servito. Questo è l’unico percorso che avrei potuto fare. Mi piace immaginare che un giorno le cose avranno l’ordine giusto ed io sarò felice, forse.”

Condividi