Autore Redazione
sabato
15 Aprile 2017
05:12
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Eventi

“Cantè j’ov” torna la tradizionale rievocazione della questua delle uova

Nella piazza del paese, festa collettiva tra musiche, canti, balli e gustosi assaggi, nella nostalgica atmosfera del passato.
“Cantè j’ov” torna la tradizionale rievocazione della questua delle uova

CASAL CERMELLI – Sabato 15 aprile in piazza a Casal Cermelli tornerà Cantè j’ov, tradizionale rievocazione della questua delle uova. Organizza la Pro Loco in collaborazione con il gruppo musicale “Calagiubella” e degli amici cantori e musicanti . Raduno alle 20 alla “Cascina dei Frati” (via dei Boschi), la serata proseguirà in piazza con gli assaggi di prodotti tipici preparati dalla Pro Loco intorno al falò. Benedizione delle uova e accensione del Cero Pasquale da parte del parroco don Elio Dresda e corteo fino alla chiesa. Alle ore 22,15 celebrazione della messa pasquale e infine brindisi e dolci in piazza. In caso di maltempo la serata terminerà in Piazza San Carlo.

 

Il “cantare le uova è una questua primaverile che affonda le radici nel territorio piemontese. Un tempo erano solo i giovani del paese, che di notte giravano tra le cascine chiedendo cibo, vino e anche dei soldi con cui organizzare il pranzo del lunedì di Pasquetta. Era l’occasione per fare scorpacciate di uova (simbolo di fertilità) e bisboccia, ma anche di cantare e suonare tanta musica! Molte comunità mantengono ancora vive queste tradizioni soprattutto nel Monferrato (geografico), nelle Langhe e nel Roero.

 

Nella settimana di Pasqua dopo il tramonto, un gruppo di giovani partiva a piedi dal paese, capitanati da un falso fraticello elemosiniere e andava vagando per la campagna di cascina in cascina, a chiedere le uova in cambio di una canzone benaugurale. Una mescolanza di sacro e profano memore di rituali ancor più antichi, quando si credeva che la terra avesse bisogno di essere ridestata dal sonno dell’inverno! La visita era funzionale anche al ripristino delle convivialità interrotte durante l’inverno, quando il freddo e la neve isolavano la comunità dentro alle rispettive abitazioni. I prodotti ricavati dalla questua sarebbero serviti per imbandire un pranzo comunitario il lunedì dell’Angelo (Pasquetta) o più prosaicamente a riempire la pancia dei questuanti che evidentemente non se la passavano molto bene economicamente.

 

Questo il testo della filastrocca propiziatoria in lingua italiana originalmente scritto nel dialetto di Casal Cermelli.

Cantar le uova

La Quaresima è passata ed è ormai giunta la Settimana Santa
Siamo quattro giovincelli un pò maleducati
Siamo venuti a cantare ed a suonare secondo la tradizione

Siamo partiti da molto lontano per giungere a queste parti
Attraversando la rugiada ci siamo bagnati le gambe

In questa gentil casa vive della brava gente
Che sentendo cantare e suonare, ha acceso la luce

In questa gentil casa vive una bella donna
che affacciata alla finestra pare la Madonna

Dateci le uova delle vostre galline
ci hanno detto i vicini che ne avete delle casse piene

E se non volete darci uova dateci una gallina
dateci del pane e del salame e del buon vino di cantina

Ora che ci avete dato le uova noi vi ringraziamo
e se saremo ancora vivi il prossimo anno ritorneremo.

 

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