Autore Redazione
domenica
28 Maggio 2017
10:45
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Eventi

Tra ripetizione e cambiamento. Recensione di “Pari-Nam” a Cascina Valdapozzo.

Tra ripetizione e cambiamento. Recensione di “Pari-Nam” a Cascina Valdapozzo.

QUARGNENTO – Michel Houellebecq in “La possibilità di un’isola” dipinge  la mancanza di cambiamento che rende la vita non vivibile.

“Pari-Nam”, mutazione in sanscrito, il nuovo spettacolo di TeatrOkapì, con la regia di Tomaso Massimo Rotella, presentato in anteprima alla rassegna Valdapozzo Spettacolare a Cascina Valdapozzo sabato 27 maggio, si gioca sul filo dei dialoghi tra un uomo ed una donna soli, chiusi nella ripetizione della quotidianità, nonostante un cambiamento interiore e la vita esterna che muta.

Alessia Brisone e Giancarlo Adorno sono su un tavolo. Lì dialogano, si attorcigliano, assumono pose che rimandano a quelle di marinai-naufraghi che scrutano il mare. Il tavolo è una zattera o un’isola dove il tempo è scandito inizialmente dalle gambe di lei che sembrano segnare le ore e dove il divenire sembra non esistere. Eppure loro stessi mutano, nell’ambito di scambi di battute dove la gestualità suggerisce variazioni e infine un’implosione del rapporto di coppia.

Due i registri che si intrecciano. A spunti introspettivi come il vuoto interiore o l’evidenza della morte con cui confrontarsi si alternano risposte prosaiche, legate alla vita quotidiana, e un taglio ironico che fa sorridere. Su tutto un che di surreale enfatizzato dai movimenti e dalle espressioni. Non si può non sottolineare la bravura e la perfetta intesa dei due protagonisti che si mescolano (nel vero senso aggrovigliato del termine), si dividono e vivono una storia di coppia in uno spazio ristrettissimo e sospeso di 80 centimetri quadri, rendendo credibile un’evoluzione temporale ed interiore.

Determinante l’impostazione registica che lega la storia frammentata della coppia all’equilibrio su un tavolo, elemento di unione talvolta alienante e distacco da ciò che è altro. Il sopra, il sotto e l’al di fuori del tavolo diventano i momenti cruciali del rapporto, in una fisicità che sfiora il teatro-danza nella sua interazione con la musica originale dal vivo del sassofono di Luca Serrapiglio.  La separazione segnata dal perimetro circoscritto rimanda ad un tempo distorto, alla negazione dell’evoluzione, generando impasse e vuoto. Come nel romanzo di Houellebecq, diversissimo ma simile in ciò che trasmette, anche qui ci sarà una fuga, frattura che, da lutto emotivo, genera vita, come una goccia d’acqua inizia a spegnere un fuoco.

Uno spettacolo di equilibrio fisico e mentale, che coinvolge come un gioco in cui si fanno domande e le risposte inadeguate sembrano giungere da altrove, sino ad un finale che non risolve, ma rischiara come una scintilla, anzi una goccia. Da vedere per originalità, interpretazione e sottile ironia che permea il tema principe del divenire. Tantissimo pubblico a Valdapozzo e moltissimi applausi che confermano la qualità delle scelte artistiche della rassegna.

Valdapozzo Spettacolare continuerà il 10 giugno con il concerto di Manuel Zigante e di Giorgio Li Calzi, ispirato a Solaris, il film di Tarkovskij.

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