Cronaca

Guerra Ucraina: in provincia il 17% delle imprese valuta una rimodulazione dei turni di lavoro

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Dati migliori rispetto a un anno fa ma peggiori rispetto ai primi mesi dell’anno. Secondo l’ultima indagine congiunturale di Confindustria Alessandria rispetto al trimestre aprile-giugno 2022, i timori delle 109 imprese del territorio rispetto alla tenuta dell’economia sono aumentati, a causa dell’incerto clima internazionale. “Una crisi trasversale, che non colpisce un singolo settore” ha sottolineato la presidente di Confindustria Alessandria Laura Coppo “In ambito locale, con un campione significativo composto da aziende di tutte le dimensioni, tra coloro che esportano – più dell’85% delle intervistate – il 60% esporta anche in Russia, Ucraina e Bielorussia. Le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime sono messe in evidenza dal 78% del campione cui si aggiunge per il 56% la difficoltà di reperire “input intermedi/semilavorati”. Ovviamente il fenomeno più preoccupante, che colpisce il 93% delle aziende, quindi in effetti tutte, è l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime, già in atto prima dell’inizio della guerra. Però ci sono segnalazioni significative anche relativamente a “Diminuzione/ostacoli alle esportazioni” e “Difficoltà di incasso/pagamento (anche di tipo valutario)”, il 46% e il 48% rispettivamente. Minore è il riscontro di chi ha già “ridotto la produzione per aumento costi o difficoltà di approvvigionamento”, la segnalazione viene dal 13% delle imprese, e tra le altre la maggioranza (il 57%) teme di doverla ridurre entro l’anno, se la situazione non varia”. Si accrescono quindi su questi fronti i timori delle nostre imprese per la tenuta dell’economia”.

Sempre riguardo una platea di 80/90 imprese del territorio, inoltre, rispetto alle possibili azioni per far fronte alle difficoltà, il 17% delle aziende valuta una rimodulazione dei turni di lavoro (magari sul modello di quello che è successo durante il lockdown). “Una prospettiva che riguarderebbe l’ultimo trimestre dell’anno e che dipende dalle singole imprese” ha precisato Coppo “magari intenzionate a cercare di sfruttare maggiormente le ore diurne o le fasce orarie in cui il costo dell’energia è meno impattante”. Inoltre l’89% valuta di rivedere i prezzi di vendita, più di una impresa su due potrebbe cercare nuovi mercati di approvvigionamento. Il 28% cercherebbe nuovi mercati alternativi di destinazione mentre il 26% farebbe ricorso a finanziamenti agevolati.

Osservando nel dettaglio l’indagine, poi, la previsione dell’occupazione è a +5 (era +21 nell’ultimo trimestre), quella della produzione è a +14 (era +21), quella degli ordini totali a +11 (era +18), quella degli ordini export negativa a –12 (era +2). In calo anche la previsione sulla redditività a –20  (era –5).  La previsione di ricorso alla cassa integrazione scende ed è formulata dal 4% degli imprenditori intervistati (era il 9% lo scorso trimestre) e sono sempre in maggioranza,  all’83%  (era il 69%), quelli che prevedono invariata l’occupazione.

La propensione ad investire, che segnala investimenti significativi o marginali, è sempre alta e in crescita ed è dichiarata dall’85% degli intervistati (era l’83%), e anche il grado di utilizzo degli impianti è sempre elevato al 77% della capacità (era il 79%). Il ritardo negli incassi è stabile ed è segnalato dal 20% degli imprenditori (era il 20%), come anche l’indicatore di chi ha lavoro per più di un mese che è dichiarato dall’88% degli intervistati (era l’88%). Le previsioni dei settori produttivi sono nel complesso positive per produzione e ordini totali per i comparti del metalmeccanico, della chimica e della gomma-plastica, e per l’alimentare per la produzione e gli ordini export. Anche per il settore dei servizi alle imprese gli indici sono positivi ma in calo: la previsione dell’occupazione a +11 (era +31), il livello di attività a +11 (era +27), i nuovi ordini da +22 a +14, e restano positivi la redditività e il carnet ordini. E gli indicatori dell’indagine congiunturale di Alessandria sono pressochè in linea con quelli registrati a livello regionale piemontese.

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