Autore Redazione
venerdì
9 Settembre 2016
22:00
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Tempo Libero

Zavattarello, la perla nel verde dell’Oltrepò Pavese

Zavattarello, la perla nel verde dell’Oltrepò Pavese

ZAVATTARELLO – E’ un’autentica perla nel verde l’antico borgo medievale di Zavattarello, il cui nome, dal latino volgare savattarellum, deriva dalle numerose botteghe di ciabattini a suo tempo attività principale degli  abitanti. Nel piccolo paesino dell’Alta Val Tidone, immerso nella natura della morbida collina dell’Oltrepò Pavese  che ricorda  alcuni paesaggi umbri e toscani  si respira un’atmosfera di pace in cui il tempo sembra surreale. Un borgo in cui il tempo pare rallentato e legato ai ritmi di una volta, dove però il passato e il presente si fondono con armonia.

Al nucleo medievale che conserva la morfologia urbana originaria,  si accede attraverso un arco turrito che controllava gli accessi, su  un suo lato  esiste ancora un piccolo locale che ospitava il corpo di guardia che  costituiva un primo filtro di difesa del castello.  La piazza centrale  Dal Verme incorniciata da case in pietra   è attraversato  da una via stretta con  numerosi passaggi costruiti a raggiera verso la Rocca sovrastante.

Nella piazza  si affaccia  l’oratorio trecentesco di San Rocco, collegato al Municipio  attraverso il campanile , in cui si trova uno stupendo altare ligneo del quattrocento, mentre nell’’altro lato del paese, si trova la pieve parrocchiale di San Paolo, dalla struttura romanica, alla cui facciata originaria  nel settecento fu sovrapposta quella  barocca.  All’interno, da una sola navata,  con sei cappelle laterali, oltre ad un notevole altare ligneo con ancona, si trovano  pale e tele  antiche, di cui 15 attribuite alla scuola del Tintoretto.  Nella piccola chiesa é conservata una statua della Madonna del Rosario col Bambino. Il cimitero dalla forma ottagonale, pregevole opera con archi e volte, fu fatto costruire all’inizio dell‘ottocento da Carlo Alberto di Savoia,  qui  si trova la cappella dei Dal Verme. 

Il castello Dal Verme, di proprietà del Comune che l’ha completamente restaurato, è un affascinante gioiello medievale che domina il grazioso  paese. Completamente costruito in pietra,  dallo spessore di circa 4 metri, la rocca è un possente edificio  che, con il ricetto fortificato, le scuderie, gli spalti, la cappella, le sue oltre 40 stanze, costituisce un formidabile complesso architettonico.

Dalla torre e dalla terrazza del castello poi si può godere di una vista magnifica sulle colline pavesi e piacentine, la  campagna circostante, i boschi. Oggi il castello interamente restaurato, parzialmente arredato e aperto al pubblico, ospita all’ultimo piano il Museo d’arte contemporanea “Giuseppe e Titina Dal Verme”, spazio che raccoglie opere di artisti  contemporanei nel quale vengono allestite mostre e organizzate conferenze, concerti ed eventi. 

L’antichissimo feudo di proprietà dell’Abbazia di San Colombano di Bobbio, passò a quella del Vescovo che ordinò la costruzione del castello, in seguito, nel 1390 venne ceduto al capitano di ventura Jacopo Dal Verme. Unito con il Bobbiese al Regno di Sardegna nel 1743,  dal  1801 al 1804  venne annesso alla Francia napoleonica fino al 1814. Nel 1848  passò dalla Liguria al Piemonte, nel 1923 alla Lombardia, e poi sotto Piacenza. Solo dal  1926  il borgo é sotto la provincia di Pavia.

 

Lorenzo Malvicini

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