Autore Redazione
martedì
6 Dicembre 2016
12:26
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Cronaca - Alessandria

Trovati due cellulari in una cella del carcere di Alessandria

A denunciarlo il Sappe, Sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria che ha sollecitato interventi concreti per contrastare l'introduzione e l'indebito utilizzo di telefonini all'interno delle Case di reclusione
Trovati due cellulari in una cella del carcere di Alessandria

ALESSANDRIA – Uno era stato nascosto in una scarpa, un altro era dietro uno dei radiatori di una cella. Come denunciato dal Sappe, Sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria, altri due telefoni cellulari sono stati trovati nelle celle della Casa di reclusione di Alessandria. Il nuovo episodio ha spinto il segretario regionale Vicente Santilli a rinnovare l’invito al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ad assumere interventi concreti come la schermatura delle sezioni detentive per contrastare l’indebito uso di telefoni cellulari o qualsiasi altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti. I due telefonini, ha aggiunto il segretario generale Sappe Donato Capece, sono stati trovati grazie all’attenzione, allo scrupolo e alla professionalità del personale della Polizia Penitenziaria in servizio. Come ricordato dal sindacato, l’introduzione illegale e l’utilizzo di telefoni cellulari all’interno delle carceri italiane sta assumendo di anno in anno sempre maggiore rilevanza. “Non trascorre mese – ha aggiunto il Sappe – che non esca una notizia di sequestro di telefoni cellulari da parte degli agenti. Come facilmente intuibile la diffusione di telefoni cellulari all’interno delle carceri rappresenta una problematica di rilevanza assoluta dal punto di vista della sicurezza tanto che già nella Relazione del Ministero – Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria – dell’anno giudiziario 2009 si fa menzione alla realizzazione di un capitolato tecnico per la fornitura di un sistema in grado di rilevare la presenza dei telefoni cellulari all’interno degli istituti penitenziari. A tal proposito riteniamo che si possa e debba prevedere l’utilizzo della tecnologia per questo scopo –a mediante schermatura delle Sezioni detentive, ma anche sperimentare altre soluzioni, come ad esempio l’impiego di cani specificamente formati, come già avviene in altri Paesi europei. Si tratta di un servizio di Cell-phones detecting dogs discreto ed affidabile utilizzando cani e conduttori poliziotti penitenziari perfettamente formati”.

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