15 Marzo 2017
05:00
Le criticità in sanità: “costo di farmaci, ticket e liste d’attesa”
ALESSANDRIA – Secondo una ricerca del Censis 11 milioni di italiani nel 2015 hanno dovuto rinunciare o rinviare prestazioni sanitarie perché in difficoltà economiche. La fotografia scattata a livello nazionale dal Centro studi investimenti sociali ha spinto la Federazione Pensionati Cisl di Alessandria e il suo coordinamento Donne, Cisl Slp e l’Associazione di volontariato Anteas ad approfondire il fenomeno anche a livello provinciale.
Il sindacato ha così distribuito un questionario a 223 cittadini di età compresa tra i 22 e i 94 anni, di cui 101 “over 65”, per capire se i dati nazionali fossero uno specchio delle difficoltà riscontrate anche nell’alessandrino. Anche in provincia le liste d’attesa troppo lunghe, segnalate come un problema da 111 intervistati, e il costo del ticket, “sbarrato” in 59 questionari, si confermano le criticità maggiori.
Anche se alcune prestazioni mediche oggi sembrano essere “bene di lusso”, come ad esempio la visita dal dentista, in base allo studio della Cisl, i cittadini della provincia hanno trovato “soluzioni fai da te” per non mettere in secondo piano la loro salute e ridurre i tempi per visite ed esami.
Secondo le statistiche dell’Asl, riportate nello studio del sindacato, nel 2015 l’attesa per la prima visita specialistica oscillava in media da un minimo di 1 giorno a un massimo di 268 (per la prima visita specialistica di Oculistica nell’ex Asl Novi-Ovada-Acqui). Confermano il trend anche i dati 2016 dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, con tempi di attesa per le visite specialistiche che variano da 2 giorni (Medicina Nucleare) a 147 giorni (Oculistica).
Strada quasi “obbligata” per accorciare la lista d’attesa per 123 degli intervistati è stata quindi rivolgersi a strutture private (47%) o a quelle convenzionate (30%) o spostarsi in ospedali o strutture più lontane da casa (18%), in quest’ultimo caso con relativi disagi per raggiungere ospedali o ambulatori.
Più complicato è invece riuscire a far quadrare i conti per far rientrare in budget già risicati anche il costo del ticket o, peggio ancora, di farmaci. Il 58% degli intervistati ha infatti lamentato proprio l’eccessiva spesa per alcuni medicinali, spesso salva-vita e indispensabili, ma non mutuabili.
Nonostante il peso delle difficoltà economiche i cittadini della provincia che hanno risposto ai questionari della Cisl hanno dimostrato di essere particolarmente attenti alla loro salute. Per il sindacato è però fondamentale tenere in grande considerazione i problemi evidenziati, che pesano non solo sui pensionati ma anche sui più giovani. Dopo “anni di sacrifici di bilancio” la sanità piemontese è finalmente uscita dal piano di rientro e anche se “l’elenco di cose da fare” è lungo, per il sindacato bisogna lavorare per accorciare i tempi d’attesa, destinando a questo obiettivo una parte delle previste 300 assunzioni in sanità.
La Cisl guarda però anche alla vicina Lombardia e al Veneto che con le “visite by night” e gli ambulatori aperti fino alle 22, al sabato e in alcuni casi alla domenica, hanno sfoltito le liste d’attesa con soluzioni “organizzative”.
“Al di là delle statistiche – conclude lo studio di Fnp Cisl, Cisl Slp e Anteas –è evidente che il problema della sanità e della salute è fondamentale per il benessere dei cittadini. Operare a questo livello, con la contrattazione sociale, deve essere quindi l’obiettivo primario del sindacato, sviluppando modelli innovativi e sostenibili del sistema sanitario e focalizzando l’attenzione sulla prevenzione”.
Nella gallery alcuni grafici dello studio “Basta la salute”
