Autore Redazione
lunedì
20 Maggio 2024
05:00
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Cronaca - Alessandria

Mense scolastiche: ad Alessandria le tariffe più basse tra i capoluoghi del Piemonte

Mense scolastiche: ad Alessandria le tariffe più basse tra i capoluoghi del Piemonte

PIEMONTE – Il costo delle mense scolastiche pesa sempre di più sui bilanci delle famiglie ma almeno per i genitori dei bambini che frequentano asili o scuole primarie ad Alessandria c’è un dato che dovrebbe confortare. Le tariffe applicate per l’anno scolastico 2023-2024 nel nostro capoluogo sono infatti le più basse rispetto alle altre principali città piemontesi e alla media nazionale.

Cittadinanzattiva anche quest’anno ha analizzato il costo a famiglia per il servizio di refezione scolastiche negli asili e nelle scuole elementari di 110 capoluoghi di provincia e ha notato un incremento medio rispetto all’anno precedente che ha superato il 3%. La percentuale ovviamente bilancia le variazioni nelle varie regioni, dal picco del +26% registrato in Calabria alla riduzione del 9% dei costi in Umbria. In media, a livello nazionale, la spesa per le famiglie è di 84 e di 85 euro al mese per un figlio iscritto rispettivamente alla scuola dell’infanzia e alla primaria. Si tratta di 4,20 e 4,26 euro a pasto.

Nell’anno scolastico in corso spendono mediamente di più le famiglie del Piemonte, rispettivamente 95 e 98 euro per la scuola dell’infanzia e per la scuola primaria, con un aumento dell’1,45% per la prima e dell’0,85% per la seconda. In particolare, per le scuole dell’infanzia si va dai 4 euro a pasto nelle scuole di Alessandria, con una conseguente spesa annuale di 720 euro, ai 6,60 euro di Torino con una spesa all’anno per le famiglie di 1188 euro. Alessandria conferma le tariffe meno care anche se si guarda alla classifica delle scuole primarie. Anche in questo caso il costo a pasto è di 4 euro e si conferma la più cara del Piemonte la mensa scolastica di Torino con 5,44 euro a pasto e una spesa annuale di 979 euro.

 

La famiglia di riferimento considerata dall’indagine è composta da tre persone (due genitori e un figlio minore), ha un reddito lordo annuo di € 44.200, con corrispondente ISEE di € 19.900. Nel calcolo della quota annuale del servizio di ristorazione scolastica si è ipotizzata una frequenza di 20 giorni mensili per un totale di 9 mesi escludendo eventuali quote extra annuali e/o mensili. A livello nazionale la regione mediamente più costosa è la Basilicata (109€ mensili) mentre quella più economica è la Sardegna (61€ nell’infanzia e 65€ per la primaria).
A livello di singoli capoluoghi di provincia, sono le famiglie di Barletta a spendere di meno per il singolo pasto (2€ sia per l’infanzia che per la primaria) mentre per l’infanzia si spende di più a Torino (6,60€ a pasto) e per la primaria a Livorno e Trapani (6,40€).
Fra le città metropolitane, soltanto Roma rientra nella classifica delle meno care, con un costo a pasto per la famiglia “tipo” di circa 2,32€ in entrambe le tipologie di scuola.

Come evidenzia ancora l’indagine di Cittadinanzattiva, un terzo degli edifici scolastici, ossia 13.533 su 40160, sono dotati di locale mensa. La distribuzione però non è omogenea, in quanto nelle Regioni del Sud poco più di un edificio su cinque dispone di una mensa scolastica (al Centro è il 41% e al Nord il 43%) e la quota scende al 15,6% in Campania e al 13,7% in Sicilia. La regione con un numero maggiore di scuole dotate di mensa è la Valle d’Aosta (72%), seguita da Piemonte, Toscana e Liguria dove è presente in 6 edifici su 10. In Puglia, Abruzzo e Lazio sono presenti in un edificio su quattro

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