23 Agosto 2017
12:24
Grande festa al campeggio don Pietro, da 70 anni casa vacanze dei valenzani
VALENZA – Inizia nel 1947 con don Pietro Battegazzore, all’epoca giovane viceparroco del Duomo di Valenza, la storia della casa vacanze a Perreres di Cervinia. “La baracca”, come veniva chiamata la struttura, in 70 anni ha ospitato generazioni di valenzani.
I primi ragazzi a passare l’estate in quell’angolo di verde sotto il Cervino arrivarono accompagnati proprio da don Pietro. Era stato lui ad adocchiare delle baracche abbandonate vicino alla centrale elettrica e a convincere l’allora direzione della Sip a lasciare alla parrocchia valenzana quelle strutture non più utilizzate. Proprio quelle “baracche”, furono la prima casa vacanze dei giovani valenzani dell’oratorio.
I comfort di oggi erano ancora lontani. Per lavarsi bisognava raggiungere un vicino torrente e si cucinava all’aperto. L’entusiasmo, però, era tanto.
Quando 70 anni fa venne organizzato il primo campeggio Giovanni Ceva non c’era. Da quest’anno è però lui a tenere le redini del campeggio intitolato proprio a don Pietro. La prima estate di Giovanni nella “baracca” fu qualche anno dopo: nel 1951 con don Luigi Frascarolo.
Fu proprio il prete a riempire il vuoto lasciato dall’improvvisa scomparsa dell’amato don Pietro, il 7 agosto del 1950 colpito da un fulmine mentre rientrava da una gita sul monte Cervino con alcuni ragazzi della parrocchia. Una tragedia che sconvolse Valenza. La città ancora oggi si commuove nel sentire il racconto di quel tragico giorno dalla voce di Giorgio Manfredi, uno dei ragazzini che 67 anni fa venne sbalzato dalla potenza del fulmine che spezzò la vita di don Pietro.
Manfredi ha ricordato quella drammatica giornata anche durante la serata organizzata a metà luglio per celebrare i 70 anni del campeggio. Tante le storie che si sono accavallate nella sala dell’oratorio del Duomo.
“Bellissimi” sono anche i ricordi di quelle estati di Giovanni Ceva. “Escluso l’anno del militare”, dal 1951 ha sempre fatto almeno un salto davanti alla casa vacanze della parrocchia di Valenza. “Da fidanzato” e poi “da sposato” non poteva più soggiornare nella struttura: “allora le regole erano diverse”. Giovanni iniziò quindi ad affittare una casa in Valtournenche e da allora ha sempre allungato la sua passeggiata fino al campeggio. Il “rammarico” provato la scorsa estate nel vedere la struttura chiusa ad agosto l’ha poi convinto a seguire in prima persona il campeggio.
Una struttura oggi profondamente diversa dalla “baracca” inaugurata da don Pietro e dal primo gruppo dei giovani valenzani del ‘47. Progressivamente ampliata, la struttura è stata completamente ricostruita dopo l’incendio che nell’inverno del 1967 divorò la casa vacanze, all’epoca interamente in legno.
Di anni da allora ne sono passati altri 50 e il tempo si è fatto sentire soprattutto sull’impianto idrico e sul riscaldamento. Per sistemarli servono circa 100 mila euro, ha spiegato Giovanni, che negli ultimi mesi si è rimboccato le maniche anche per raccogliere vari preventivi. Già lanciata la sottoscrizione “Salviamo il Campeggio don Pietro” Giovanni Ceva spera di ricevere l’aiuto dei tanti valenzani che per 70 anni hanno trascorso le vacanze estive o la settimana bianca a Perreres.
Tanti di quei giovani, di ieri e di oggi, domenica 27 agosto torneranno nella casa vacanze per il grande pranzo che chiuderà i festeggiamenti per i 70 anni del campeggio. Già 140 persone hanno prenotato un posto su uno dei due pullman che domenica mattina partiranno da Valenza. Qualche posto a tavola si può ancora aggiungere ma bisogna affrettarsi. Per motivi organizzativi è necessario prenotare entro giovedì contattando l’agenzia di viaggi Gold Travel di Valenza.
“L’obiettivo della grande festa di domenica è anche quello di raccogliere i fondi per iniziare il prima possibile i lavori”. La cifra è alta ma Giovanni Ceva è “ottimista”. “Io sono abituato a sfidare la sorte e fino ad ora mi è andata bene. Nei primi giorni di agosto avevo solo tre prenotazioni. Le regole dell’economia mi avrebbero imposto di tenere chiuso ma non mi sono arreso. Giorno dopo giorno il telefono ha iniziato a squillare e tra i 150 ragazzi che sono stati qui a luglio e le prenotazioni di agosto chiuderemo la stagione estiva appena sotto i 300 pernottamenti. Direi che è andata più che bene e sono sicuro che grazie alla generosità dei valenzani raggiungeremo anche la cifra necessaria per i lavori”.