Autore Redazione
lunedì
27 Novembre 2017
09:09
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- Alessandria

Quando ritmo e frequenza fanno “sballare” il cuore

Quando ritmo e frequenza fanno “sballare” il cuore

OBIETTIVO SALUTE – Ci sono occasioni in cui sentiamo “il cuore in gola”, oppure sentiamo un colpo al cuore o il cuore fermarsi per la paura. Forse saranno pure modi di dire, ma l’attività del nostro organismo è strettamente connessa al cuore, una pompa che muscolare che si rilascia e si contrae mediamente 100.000 volte nelle 24 ore. Ci sono persone, purtroppo il loro numero è elevato e preoccupante, che sentono “perdere colpi” nel loro cuore a causa di problemi legati ai propri battiti: questa patologia si definisce aritmia, un disturbo del ritmo cardiaco o della frequenza cardiaca.  Ma qual è differenza tra le due cose? La frequenza è il numero di battiti per minuto. Il ritmo è la cadenza dei battiti stessi.

Normalmente il numero di battiti non è fisso, perché deve variare in base alla necessità tessuti di essere riforniti di sangue: quando svolgiamo attività fisica, oppure quando il nostro organismo è impegnato con l’apparato digerente al momento dell’assunzione del cibo, il cuore deve aumentare il numero dei battiti per minuto, e cioè la propria frequenza, per pompare più sangue verso i tessuti. Mentre dormiamo, durante il riposo e di notte, anche il cuore rallenta la sua attività e la frequenza cardiaca diminuisce.
Il ritmo dei battiti viene invece definito sinusale, in quanto viene generato da cellule che risiedono nell’atrio destro del cuore a livello del nodo del seno. Ma ogni altra parte della struttura del cuore può generare uno stimolo di eccitazione alla contrazione. Una particolare aritmia, definite “aritmia sinusale” è solo una cadenza non ritmica dei battiti, ma non è espressione di malattia cardiaca, sono generalmente fasiche con gli atti del respiro, particolarmente nei soggetti giovani e allenati, e non rivestono carattere patologico. I disordini ben definiti del ritmo, invece, e cioè le aritmie in genere, sono da considerare importanti, perché potrebbero dar luogo, in certi casi, ad aritmie complesse, fino anche all’arresto cardiaco.

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