11 Gennaio 2018
08:47
Il salutismo alimentare tra tragedia e comicità al Teatro Ambra
ALESSANDRIA – Il rapporto con il cibo, il salutismo esasperato e un mondo mentale che raggiunge apici patologici è l’idea alla base di “Kate Finn, il meno per il più. Storia semiseria di un’ortoressica”, in scena al Teatro Ambra, sabato 13 gennaio alle ore 21, per la rassegna Ambra Brama di Teatro.
Kate Finn è il nome di una donna che ha rappresentato un caso clinico famoso di ortoressia, ovvero la ricerca ossessiva del cibo salutare, che porta alla negazione dell’alimentazione sino alla morte per denutrizione. Ilaria Falini, interprete e autrice del testo con Fulvio Pepe, che ne ha curato la regia, si è ispirata alla vicenda reale per portare sulla scena la storia inventata, ma molto vera, della protagonista Sara e di chi la circonda. La scoperta dell’esistenza di una patologia così poco nota è stata casuale, ma si è innestata su un particolare interesse dell’autrice all’argomento, dovuto ad un cattivo rapporto col cibo in età adolescenziale.
“Sono entrata in contatto con il termine ortoressia casualmente, tramite mia sorella che è medico…andai a cercare in internet e scoprii che il malato in questione ha una fissazione per la ricerca del cibo sano.”, racconta Ilaria Falini, “Con lo scopo di vivere bene si cade in una psicopatologia che fa male; con la volontà di curarsi, si muore: è questo il cortocircuito che caratterizza l’ortoressico. In queste ricerche mi imbattei in Kate Finn, la prima malata”. La patologia fu teorizzata da Steve Bratman che la distinse dai già noti disturbi dell’alimentazione, ovvero l’anoressia e la bulimia, proprio per la sua caratteristica fondamentale, ovvero non il desiderio di magrezza, ma il salutismo esasperato.
“Kate Finn, leggendo per caso un articolo di Bratman, si riconobbe nel profilo da lui tracciato, da allora si mise in contatto con lui e, prima di morire, scrisse un diario in cui raccontava quello che faceva, cioè delle cose assurde: per un periodo mangiava solo cose crude, per un altro solo cose liquide, andava in centri di cure alternative per curarsi da ogni malessere…”, dice l’autrice e interprete, “…ho raccolto tutte queste esperienze e insieme a Fulvio Pepe abbiamo deciso di raccontare questo paradosso”.
La protagonista della storia semiseria di un’ortoressica non è Kate Finn, bensì una ragazza con una storia sua, una propria visione distorta della realtà e intorno delle persone strabiliate dal suo comportamento, che inevitabilmente appare sopra le righe. Il monologo diventa a più voci, fortemente caratterizzate grazie anche all’uso di più parlate dialettali e assolutamente ironiche, per una narrazione che coniuga comicità e nucleo drammatico. “Non volevo raccontare proprio la storia di Kate Finn, una donna di cui non sapevo molto e appartenente ad un mondo culturale lontano dal mio. Abbiamo creato così la storia di Sara e l’abbiamo fatta raccontare dalle persone a lei vicine. Abbiamo inventato quattro maschere: un fidanzato, un vicino di casa, una cameriera, una coinquilina…Tutto questo è reso in maniera molto divertente, con linguaggi dialettali musicali, perché ci interessava dare una musica alla voce di questi personaggi, senza perdere la tragicità di base. Anche la protagonista parla e, in qualche modo, risponde con il suo punto di vista…Abbiamo così tentato di tracciare una personalità delicata che poteva essere soggetta ad un tipo di dolore”.
Per info e prenotazioni è possibile rivolgersi al numero 0131-252079
Costo del biglietto: 12 € (ridotto 10€)