16 Febbraio 2018
10:38
In arrivo il documentario “Luigi Tenco: la valle e l’anima”
RICALDONE – Il 2017 appena spirato ha segnato i cinquant’anni della morte di Luigi Tenco, uno dei più innovativi cantautori del panorama musicale italiano. Ebbene, proprio di quel musicista famoso molto si conosce, pur se la sua parabola è stata breve, anche se venata da quell’intensità, che è tipica degli “straordinari”. Ma come si fa a riscoprire la vita, le azioni, i rapporti, la formazione, i luoghi del Tenco non ancora popolare? Luoghi della nostra terra, luoghi che imprimono formazione e passione agli uomini che vi appartengono e che, giocoforza, ne rimangono per sempre avvinghiati.
In questo contesto, occorre utilizzare al meglio indizi poco più che accennati, riscoprire con il pennello dell’archeologo impronte lasciate ormai nella memoria di alcuni amici, nella tradizione orale dell’area di vita tra Cassine e Ricaldone, lo spazio temporale e come lo si occupa.
Del resto in collina si costruiscono, proprio in quegli anni storie esistenziali e letterarie, che certo sono legate ai fatti più salienti della seconda parte della Guerra, ma che vivono di linguaggio, di sensazioni, di moti dell’animo, di relazioni fra uomini e donne, di malinconia e di depressione, piuttosto che di entusiasmi.
A ciò si deve aggiungere il tentativo, al limite del fuori tempo massimo, di non perdere la memoria delle relazioni, rilanciandola e riraccontandola con lo spirito dell’antropologo che dà una dimensione perpetua a qualcosa che potrebbe essere irrimediabilmente dimenticato.
A queste cose ha pensato Piercarlo Fabbio, in collaborazione con l’associazione La Fabbrica del Cinema. Il loro lavoro, che si è concluso in queste ore, ha dato origine ad un documentario lungo una decina di minuti circa e ad un libro, che semplicemente lo racconta attraverso i passaggi radiofonici della storia, la sceneggiatura, il backstage. Il titolo? Molto bipartisan: “Luigi Tenco: la valle e l’anima”, perché si può leggere il territorio monferrino, il fiume e la collina, il mare e l’entroterra, il bambino che si cela nell’adulto sofferente e introverso.
Il progetto, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, ha preso le mosse da quell’esistenza nascosta degli anni giovanili di Luigi Tenco, pur tenendo conto delle conseguenze di grande impatto sull’opinione pubblica che ha avuto la sua vita artistica ed anche il suo modello di esistenza tormentata.
Il tutto, lo si ricordava prima, agganciato a quella collina monferrina che è portato di storia, di cultura, di radici, di linguaggi che ne scandiscono la realtà e che finiscono per condizionare le scelte del Nostro.
Il lavoro sarà presentato a breve.