8 Marzo 2018
07:00
Goldoni secondo la Compagnia Gank a Tortona
TORTONA – E’ dal 2009 che la Compagnia Gank, impegnata in questo periodo in tanti spettacoli come “Le prénom” o “Poker”, propone con successo il suo allestimento de “La bottega del caffè” di Goldoni, che sarà in scena domenica 11 marzo, alle 21, al Teatro Civico di Tortona, nell’ambito di una stagione con dei numeri da costante tutto esaurito. La commedia, prodotta dal Teatro de gli Incamminati, dipinge vizi e difetti dell’uomo in un affresco variopinto e corale ed è proprio a questa universalità che si rifà la regia di Antonio Zavatteri, il cui stile si conferma nel rispetto del testo, restituito con una vitalità tutta moderna. “Sono un attore-regista e non sono portato ad una lettura ‘critica’, in riferimento cioè alla storia del teatro o di altri allestimenti”, dice di sé il regista, “Mi occupo, con la mia fantasia, di mettere in scena un gruppo di essere umani e le loro vicende. Non abbiamo fatto perciò variazioni di testo, né abbiamo fatto riferimenti alla nostra storia contemporanea”
La vicenda, che vede protagonisti Andrea Di Casa, Cristiano Dessì, Massimo Rigo, Marco Zanutto, Ivan Zerbinati, Mariella Speranza, Carlo Sciaccaluga, Cristina Pasino, Sara Cianfriglia, si svolge in una piazzetta di Venezia, tra la bottega del caffè, quella del barbiere e il ridotto. Il caffettiere Ridolfo prende a cuore sia la sorte del giovane mercante di stoffe Eugenio, che da tempo frequenta assiduamente la casa da gioco di Pandolfo, sia quella di sua moglie Vittoria, che cerca invano di farlo recedere da quel vizio dispendioso. In uno spaccato di vita, in un limitato luogo urbano, si intrecciano vicende di diversi protagonisti e tutto viene riferito in forma distorta dalla calunnia, che trova nel personaggio di Don Marzio un antieroe privo di scrupolo e di vergogna.
Antonio Zavatteri, il cast de “La Bottega del caffè” nel corso degli anni è cambiato. Cosa è mutato con i nuovi attori ?
Il cast ha avuto cambiamenti profondi, perché sono nove attori che lavorano molto in generale. Cambiando i protagonisti sono cambiate un po’ le personalità e gli equilibri, perché cerco sempre di lavorare in relazione a chi interpreta i ruoli. Un esempio: Andrea Di Casa (che interpreta il personaggio del caffettiere Ridolfo, il cui rischio interpretativo – e l’osservazione è di chi scrive – potrebbe essere la caduta nella pedanteria), ha una personalità estremamente concreta ed attaccata a terra.
I personaggi di Goldoni sono molto definiti, come li ha resi vivi per evitare lo stereotipo ?
Nella loro semplicità (ci sono direzioni e non psicologie complicate e contemporanee) i protagonisti hanno una loro natura umana, infatti esistono nella realtà psicologie non particolarmente complesse. Abbiamo cercato umanità nella direzione proprio di queste psicologie senza rinnegare la commedia, che ha necessità che devono essere rispettate di tempi comici, ritmici e struttura. Si tratta sempre quindi di caratteri.
A proposito del binomio antitetico Ridolfo/ Don Marzio, cosa emerge nel suo allestimento ?
Per quanto riguarda il dualismo tra Ridolfo e Don Marzio, dove il primo è esempio di rettitudine e moralità e il secondo è il suo opposto, abbiamo cercato, senza tradire la commedia, di trovare delle motivazioni anche in quest’ultimo, in tutte le considerazioni che fa sulla ricongiunzione forzata delle due coppie nel finale. Non sappiamo che intenzioni avesse Goldoni, ma i ricongiungimenti finali (tra le coppie Eugenio-Vittoria e Flaminio-Placida) sono innaturali, cioè di comodo. Oggi non ha più senso questa visione moralistica e non si può non tenerne conto. Non per questo abbiamo voluto fare di Don Marzio un illuminato, ma anche lui ha le sue ragioni.
La commedia offre un affresco di umanità corale. Quali sono gli altri aspetti maggiormente messi in evidenza?
Tra i tanti, la ristrettezza del mondo in cui si svolge la vicenda, la piazzetta, la malattia del gioco.
Ne “La bottega del caffè” la scenografia delimita un mondo. Come l’avete risolta?
C’è una commistione di elementi tradizionali e moderni nella scenografia e nei costumi, abbiamo cercato di creare una non-epoca. All’inizio con la scenografa ci siamo ispirati anche ad alcuni angoli di Genova, nei vicoli, perché la connotazione del micro-luogo dove avviene la vicenda è importante.
Biglietti singoli in biglietteria: Platea: intero € 25,00 – ridotto € 23,00 Palchi centrali: intero € 23,00 – ridotto € 20,00 Palchi laterali: intero € 20,00 – ridotto € 17,00 Loggione: intero € 13,00 – ridotto € 10,00
Prezzo speciale biglietti singoli on line (con diritto di prevendita): Platea: € 24,00 Palchi centrali: € 22,00 Palchi laterali: € 20,00 Loggione: € 14,00
Orari apertura biglietteria Teatro Civico: Dal martedì al venerdì dalle ore 16 alle ore 19 e tutte le sere di spettacolo a partire da un’ora prima dell’inizio delle repliche.