20 Agosto 2013
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Partito il nuovo redditometro per ‘stanare’ gli evasori fiscali
Dopo una fase di rodaggio, lunedì è entrato ufficialmente in azione il nuovo redditometro 2013. Il sistema è in grado di ricostruire le spese effettuate da ciascun contribuente, metterle a confronto con il reddito dichiarato e ‘stanare’ così eventuali evasori fiscali. Il nuovo redditometro si applicherà per i redditi dichiarati a partire dal 2009 e per capire quali novità sono state introdotte abbiamo chiesto un aiuto a Stefania Magrassi, responsabile fiscale per la provincia di Alessandria della Società Servizi Cgil. “Il vecchio redditometro era improntato su una serie di voci piuttosto generiche e limitate come abitazioni, automobili, che venivano poi rivalutati sulla base di coefficienti che determinavano la spesa per il mantenimento in quell’anno. Con il nuovo redditometro le spese prese in considerazione sono invece molte di più. Inoltre, lo scostamento tra il reddito dichiarato e quello ricostruito sinteticamente non deve superare il 20%, anziché il 25% come avveniva in precedenza. Basta inoltre che venga rilevato uno scostamento in una sola annualità, e non più due come in precedenza, per essere sottoposti a un accertamento“.
Differenza sostanziale per il contribuente, ha aggiunto Stefania Magrassi, è soprattutto legata al contraddittorio. “Sulla carta, questo nuovo redditometro dovrebbe lasciare più spazio al buon senso. Tutti gli elementi che vanno a influire sull’accertamento sintetico vengono suddivisi in tre macrosezioni: le spese ‘certe’, cioè quelle note all’Amministrazione finanziaria perché tracciabili, le spese ‘per elementi certi’ ossia note all’Anagrafe tributaria, tipo la cilindrata dell’automobile o la lunghezza della barca e, infine, le spese ‘per beni e servizi di uso corrente’. Questa ultima voce che, di fatto, sono le spese quotidiane non entra più a far parte della prima fase del contraddittorio. L’amministrazione finanziaria ricostruirà quindi il reddito basandosi sulle spese certe e per elementi certi. Il contribuente potrà dimostrare di avere sostenuto queste spese non solo con il reddito imponibile prodotto quell’anno, ma anche con redditi esenti, come somme disinvestite e utilizzate per finanziare quelle spese. Se il contribuente riuscirà a dimostrare con prove certe che le spese sono giustificate da un reddito che non doveva essere dichiarato al Fisco, l’accertamento verrà chiuso. In caso contrario, si aprirà una seconda fase del contraddittorio in cui verranno analizzate anche le spese per uso corrente. Il contribuente, a questo punto, se pagherà in tempi brevi, potrà però al massimo avere una riduzione fino a un terzo delle sanzioni“.
Rispetto al vecchio redditometro, poi, non verrà accertato più solo il reddito del singolo contribuente, ma dell’intero nucleo familiare. “Tutti coloro che sono produttori di reddito verranno presi in considerazione” ha aggiunto la responsabile fiscale della Società Servizi Cgil.
Il nuovo redditometro, entrato ufficialmente in funzione da lunedì, secondo Stefania Magrassi, presenta però anche qualche ‘pecca’. “Sicuramente alcuni aspetti del nuovo redditometro dovranno essere messi a punto meglio. Il nuovo sistema, in realtà, potrebbe non facilitare davvero la lotta all’evasione. Alcuni dati presi in considerazione tra le spese ‘certe’, ad esempio quelle sanitarie, vengono detratte dal reddito. Portare in detrazione una spesa diventa quindi una sorta di autodenuncia della mia capacità contributiva e questo rischia di spingere i contribuenti a non pretendere la fattura visto che l’Amministrazione finanziaria, un domani, potrebbe chiedermi spiegazioni di questa spesa. Non so fino a che punto potrà essere utile per l’evasione del nero. Temo che una sorta di grande fratello che controlla ogni mia minima uscita per ricostruire il mio reddito possa generare quasi un circolo vizioso che, alla fine, potrebbe non portare al risultato sperato“.