7 Ottobre 2013
00:00
Produzione industriale a -1,1% nel secondo trimestre 2013. Male la micro-industria
La provincia di Alessandria viaggia meglio del Piemonte e del resto d’Italia, ma gli indici produttivi sono ancora negativi. Nel secondo trimestre 2013 la produzione industriale alessandrina ha infatti registrato un -1,1% contro il -1,2% del Piemonte e il -3,6% della media nazionale. Il parametro di riferimento è lo stesso trimestre 2012. A mitigare il segno meno davanti ai numeri il fatto che, come si vede dai grafici, il trend della provincia di Alessandria è in continua crescita dal terzo trimestre dell’anno scorso (di seguito tab. 1).
Il dato della tabella 1 è stato interpretato dal Presidente della Camera di Commercio, Piero Martinotti: “Alessandria va meglio del Piemonte e dell’Italia, pur muovendosi ancora in territori negativi. Il contenuto positivo della produzione industriale è il trend: dal terzo trimestre 2012 è in salita, e questo vale anche, come tendenza generale, per il Piemonte e per l’Italia. Che sia un segnale di ripresa? E’ ancora presto per dirlo, perché i tempi dell’economia sono lunghi, e non sono sufficienti un paio di trimestri in salita per trarre conclusioni. Nonostante il trend positivo dell’export, è infatti imprescindibile che ripartano i con-sumi interni, e questo può accadere solo con riforme strutturali profonde”.
Tornando però a un’analisi più dettagliata la fotografia complessiva denota ancora aspetti allarmanti. Come rilevato dalla Camera di Commercio è la media industria a tenere, soprattutto grazie al settore chimico, petrolifero e delle materie plastiche. Tutto questo affiancato però dal tracollo della micro-industria (0-9 addetti) ingabbiata in una media di produzione del -7,7%. In questo ambito soffrono di più le industrie alimentari (-10,3%), sguite da quelle manifatturiere (-9,2%), del settore chimica-plastica (-7,4%), metalmeccaniche (-7%) e gioielleria (-3,7%).
La media complessiva della provincia comunque premia il settore della chimica, del petrolio e della plastica: rispetto allo stesso trimestre del 2012 l’anno in corso presenta un +4,5%. Tutti negativi invece gli altri indici anche se non superiori al -1,1%. Eccezion fatta per le industrie manifatturiere (-6,2%).
Come sempre a tenere a galla la produzione industriale è l’export. Il secondo trimestre (sempre paragonato allo stesso periodo 2012) ha regalato un fatturato estero del +4,6% affiancato da ordinativi pari a un +4,1%. (tab. 3)
Allrgando i confini e tornando alla situazione regionale il commento del Presidente Unioncamere Piemonte, Ferruccio Dardanello, ha spiegato: “Ci troviamo ancora una volta di fronte a risultati non positivi per la produzione industriale piemontese: per il settimo trimestre consecutivo i dati ci mostrano ordinativi in calo, fatturato in ribasso, consumi al palo. I mercati esteri continuano a rappresentare l’unica nota positiva, ma la ripresa non può fare affidamento esclusivamente sull’export, anche alla luce dell’instabilità politica del nostro Paese, che non fa bene all’immagine dell’Italia e del Piemonte nel mondo. La nostra economia ha bisogno di certezze, di politiche concrete e strutturate; è necessario infondere nuova fiducia al nostro sistema imprenditoriale, rilanciare i consumi interni e riconquistare quella competitività che ha sempre caratterizzato il nostro territorio”.
In più le speranze per il futuro economico del territorio non sembrano essere molto incoraggianti: “le previsioni delle imprese piemontesi per il IV trimestre 2013 non autorizzano eccessive speranze sui tempi di avvio della ripresa: il clima di fiducia resta incerto, anche se i principali indicatori, seppur ancora negativi, mostrano un trend in crescita, in particolare rispetto al I trimestre 2013. Resta grave la situazione dei tempi di pagamento, che sono ancora di quasi sei mesi da parte della PA – ha dichiarato Gianfranco Carbonato, Presidente di Confindustria Piemonte. Da una lettura attenta dei dati traspare qualche segnale incoraggiante. Si conferma innanzitutto il ruolo decisivo delle esportazioni che continuano a trainare le imprese ben posizionate sui mercati esteri; il consolidamento del quadro europeo non potrà che dare ulteriore stimolo. Il miglioramento delle aspettative delle aziende metalmeccaniche è un’indicazione importante, in quanto questo settore solitamente anticipa il ciclo economico. Anche il comparto dei servizi evidenzia segnali di miglioramento. Il grande sforzo delle imprese per uscire dalla recessione non trova tuttavia riscontro in un deciso cambio di passo nelle politiche europee e nazionali per dare maggiore sostegno alla crescita, agli investimenti e ai consumi delle famiglie. In questo senso auspichiamo, ad esempio, che il nostro Paese e le nostre imprese sappiano cogliere in modo incisivo le grandi opportunità offerte dall’imminente avvio del periodo di programmazione 2014-2020 dei Fondi europei a finalità strutturale”.