Autore Redazione
giovedì
19 Aprile 2018
06:30
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Eventi - Novi Ligure

Al Teatro della Juta, Shakespeare sposato alla commedia dell’arte

La prima assoluta de “La Bisbetica domata” della Compagnia Teatro della Juta/ Commedia Community termina la stagione teatrale di Arquata. Il regista Luca Zilovich racconta
Al Teatro della Juta, Shakespeare sposato alla commedia dell’arte

ARQUATA SCRIVIA – Un contesto metateatrale differente dall’originale di Shakespeare, dove la recita avveniva nell’ambito di una burla a  Christopher Sly,  un ubriaco uscito da una taverna,  e le forme della commedia dell’arte. Queste  le caratteristiche  de “La bisbetica domata” della Compagnia Teatro della Juta/ Commedia Community,  per la regia e l’adattamento di Luca Zilovich, che debutterà proprio al Teatro della Juta sabato 21 aprile alle 21. Lo spettacolo è una prima assoluta e segna l’ultima data di una stagione che ha ospitato nomi di rilevanza nazionale, in un luogo che si è fatto anche cantiere creativo. “La bisbetica domata” sarà replicata al Teatro Ambra di Alessandria il 28 aprile, sempre alle 21.

La trama della commedia di Shakespeare è nota ed è uno dei testi più difficilmente condivisibili dal punto di vista femminile e contemporaneo, ostacolo che si frappone ad una possibile empatia. Battista, gentiluomo padovano, assediato dagli spasimanti della bella figlia Bianca, è deciso a non darla in sposa finché la maggiore Caterina, la bisbetica, non troverà marito. Petruccio, uomo d’avventura e bisognoso di denaro, si lancia in un corteggiamento alternativo, combattivo e prepotente, sino a domare la sua preda, costretta a capitolare.

I problemi della bisbetica sono tanti”, dice Luca Zilovich, “Il primo è il metateatro che, nella versione originale, non finisce: Shakespeare ha lasciato una versione di un finale che non è entrata nel canone Shakespeariano,  finisce la storia della bisbetica, ma non quella di Sly. Noi invece raccontiamo di un inganno non ai danni di un ubriaco uscito da una taverna, ma di un capocomico, un regista ante litteram di una compagnia teatrale del 600…Ho pensato ad una compagnia italiana di commedia dell’arte, che nel 600 arriva in Inghilterra per scappare dalla peste, e mi  sono immaginato cosa sarebbe successo se avesse messo in scena una commedia del bardo”.

Erica Gigli – Giancarlo Adorno

Zilovich ha studiato con Carlo Boso, maestro a livello mondiale della commedia dell’arte, e ha trasferito le modalità di questa forma teatrale nei dialoghi e nei personaggi. Ogni personaggio è un attore della compagnia di saltimbanchi e ne ricopre un ruolo. I costumi sono seicenteschi, ci sono le maschere e ci sono il capocomico, la prima attrice, il primo attore, l’attor giovane…ognuno di loro ha un patrimonio di lazzi, dialoghi e monologhi (in gergo, i generici) da giocare sui vari canovacci e ognuno si cala nei personaggi shakespeariani, per uscirne e rientrarvi.

C’è un chiarissimo riferimento anche in Shakespeare alla conoscenza della commedia dell’arte e dei suoi protagonisti (nel testo della Bisbetica, Battista viene definito in una didascalia “un vecchio Pantalone”)”,  dice il regista, “C’erano continui scambi, gli attori italiani andavano presso le corti europee ed è plausibile che il bardo conoscesse la commedia dell’arte e gli italiani conoscessero lui”. Nel riadattamento sono incastonate citazioni preziose e a questo proposito Zilovich fa sua una citazione di Boso: “Rubare in teatro è lecito”. Tra queste, il prologo ispirato a “L’improvvisazione di Versailles” di Molière, un generico del 1700 e persino una citazione di “Riportami là dove mi sono perso” dello stesso Zilovich, testo che ha debuttato recentemente e che svela la sua altra anima, contemporanea e radicata nel sociale.

Il secondo problema della bisbetica è che oggi riproporla è una cosa da matti, perché c’è molta violenza di genere, parla di una donna che subisce violenza da parte della famiglia, di estranei e del marito che la tratta malissimo…Noi non cambiamo il finale, la bisbetica  si doma, ma partiamo dal presupposto che non c’è una sola bisbetica ma ce ne sono due:  Petruccio e Caterina.  Nel testo originale i protagonisti si sposano, ma non sono pronti ad amare. L’innovazione che cerchiamo di portare nel nostro finale è che entrambi scoprono cosa significa donarsi all’altro e quindi essere domati, dopo essersi tanto ricercati e non trovati a causa della loro prepotenza”.

Gli attori in scena sono Giancarlo Adorno, Erica Gigli, Simone Guarino, Francesca Pasino, Christian Primavera e Luca Zilovich.

Posto unico € 12, ridotto € 10 (Unitre Arquata Scrivia –Grondona, under 18, over 65 e soci del consorzio “Le Botteghe di Arquata”)

La stagione organizzata dal Teatro della Juta con il patrocinio del Comune di Arquata, è resa possibile dal sostegno della Fondazione Piemonte dal Vivo, di Acos Energia e della Fondazione CRT. Il Teatro della Juta collabora inoltre con il Consorzio Le Botteghe di Arquata e con il Distretto del Novese.

 

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