Autore Redazione
mercoledì
16 Ottobre 2013
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Politica - Alessandria

Alessandria: sui 32 milioni ha (molto) da dire anche l’Osl

Alessandria: sui 32 milioni ha (molto) da dire anche l’Osl

Si aggiunge un altro capitolo all’interminabile vicenda sul dissesto ad Alessandria. Questa volta è l’Organismo straordinario di liquidazione a inserirsri nel dibattito e a chiarire la situazione sull’ormai famoso credito di 32 milioni di euro vantato dal Comune nei confronti della gestione liquidatoria. Di seguito il comunicato stampa inviato dall’Osl (firmato dai componenti dell’organo: Giuseppe Zarcone, Roberto Forneris e Angelo Lo Destro), in attesa di approfondire ulteriormente l’argomento. Ecco il comunicato:

“Presa visione del commento dell’Amministrazione Comunale all’ipotesi di bilancio riequilibrato, riteniamo di non poterci sottrarre alla formulazione di alcune considerazioni su taluni passi del medesimo, nei quali veniamo chiamati in causa, concernenti il credito di 32 milioni di euro vantato dal Comune nei confronti della gestione liquidatoria.

Al riguardo è necessario, secondo noi, chiarire in maniera inequivocabile l’origine di tale partita.

Il dissesto – come è noto – è stato dichiarato il 12 luglio 2012, ma prima di allora – come appare ovvio – la gestione degli incassi dei residui attivi e dei pagamenti dei residui passivi è continuata.
Ciò premesso la Legge stabilisce che la competenza dell’OSL attiene a fatti e gestioni antecedenti al 31 dicembre dell’anno precedente a quello dell’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato. Nel caso di Alessandria, pertanto, lo “spartiacque” della competenza dell’OSL è il 31.12.2011. Se, dunque, un Comune dichiarasse il dissesto alla data del 1° gennaio  l’OSL incasserebbe tutti i residui attivi e pagherebbe tutti i residui passivi. Poiché, però, in pratica, il dissesto (come nel caso di Alessandria) viene dichiarato nel corso dell’anno, è necessario effettuare una riconciliazione della gestione di cassa avvenuta dal 1° gennaio alla data del dissesto. L’OSL, pertanto, diventa creditore nei confronti della Amministrazione Comunale per i residui attivi che essa ha incassato e debitore per i residui passivi che la medesima Amministrazione ha pagato dal 1° gennaio alla data del dissesto.
I 32 milioni sono proprio il frutto di questo calcolo. Si tratta dell’eccedenza di residui passivi pagati dal Comune rispetto ai residui attivi incassati nel 2012 fino al 12 luglio.
Dal ragionamento appena esposto si possono trarre le seguenti conseguenze:

1) In effetti l’Amministrazione Comunale vanta un credito certo. Non ha importanza – aggiungiamo – se sia privilegiato o meno in quanto, avendo aderito alla procedura semplificata esso dovrà essere abbattuto del 60% come stabilito nella deliberazione dell’OSL n.233/2013 di adozione dei criteri per le proposte di transazione ai creditori.

2) Non è possibile aprioristicamente sostenere che tale importo sia stato speso in modo improprio. Se il residuo passivo esiste è perché la spesa è stata impegnata e non pagata nell’esercizio di competenza per le motivazioni più disparate (mancanza di liquidità, esigenza di rispetto degli obiettivi del patto di stabilità, documentazione non completa  necessaria per disporre il pagamento, contestazioni sulla regolarità della fornitura ecc. ecc….). In forza del principio di presunzione di legittimità degli atti amministrativi, però, se il residuo passivo esiste si deve ritenere che esso sia legittimo. Né, d’altra parte, compete all’OSL esaminare residuo per residuo se sia stato corretto, legittimo e non improprio averne disposto il pagamento o meno o addirittura verificare se sia stato seguito l’ordine cronologico nel pagamento dei residui passivi e così via. Altri sono, a tal riguardo, gli organi competenti.
L’OSL , quindi, ritiene legittima l’insinuazione nella massa passiva dei “32 milioni” semplicemente perché così stabilisce la normativa e non perché abbia espresso un giudizio di improprietà sulla loro spesa;
3) Non si comprende l’affermazione che i  32 milioni, svalutati o meno che siano, “sono soldi della comunità alessandrina e alla comunità alessandrina devono tornare” nel senso che essi sono stati utilizzati per pagare residui passivi che per quanto detto al precedente punto si ritiene siano stati usati per le esigenze della comunità alessandrina. Chi ritenesse il contrario dispone di strumenti ed azioni per dimostrarlo nelle sedi competenti.
4) Occorre chiarire che i 32 milioni, sia pure abbattuti percentualmente in relazione a quanto disposto dalla procedura semplificata, costituiscono una sorta di “prestito” che l’Amministrazione Comunale ha fatto all’OSL e nulla di più. Paradossalmente, quest’ultimo potrà restituire il prestito solo allorquando l’Amministrazione medesima metterà a disposizione le risorse sufficienti per finanziare l’intera esposizione debitoria oggetto della procedura semplificata.

Fiduciosi di avere chiarito l’origine, la natura e il trattamento del credito di circa 32 milioni dell’Amministrazione Comunale nei confronti dell’OSL, sottolineiamo, infine, per completezza, che non ci esprimiamo  sull’ipotesi di bilancio riequilibrato e sull’appostamento del credito tra le entrate correnti (cioè tra quelle entrate che servono per finanziare le spese correnti del Comune) in quanto sul punto la Legge riserva al Ministero dell’Interno l’ultima parola.

Nell’interesse dei creditori, tuttavia, formuliamo l’auspicio che il riequilibrio sia effettivo e che il prima possibile l’Amministrazione Comunale, la quale – ricordiamo – ha aderito alla procedura semplificata lo scorso 5 agosto senza ad oggi averci fatto conoscere alcuna quantificazione di risorse, fornisca alla gestione liquidatoria i necessari fondi per finanziare i debiti oggetto delle transazioni. Diversamente la procedura semplificata rimarrà un guscio vuoto.”

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