23 Aprile 2018
01:15
Piemonte più povero. Nel casalese boom domande per reddito inclusione
PIEMONTE – Uno studio di Ires Piemonte spiegherà come sia cambiato il reddito dei piemontesi negli ultimi dieci anni e come si sono modificati i bisogni delle famiglie ma intanto un primo focus ha analizzato alcuni aspetti della congiuntura segnalando come la crisi abbia inciso pesantemente sui cittadini. Nel Nord Italia il numero di nuclei familiari in povertà assoluta è passato da poco meno di 400mila famiglie nel 2011 a circa 610mila nel 2016. In Piemonte il totale di famiglie che nel 2011 poteva trovarsi in questa condizione era pari a circa 80mila, per passare a poco meno di 115mila nel 2016.
Qualche segnale di ripresa tuttavia si inizia a registrare anche se occorre fare molta strada per recuperare davvero. Il reddito medio disponibile dei residenti in Piemonte è infatti tornato a crescere in termini reali nel 2015 e nel 2016. In particolare nel 2016 la crescita è risultata superiore a quella media del Nord dopo però un 2015 che ha visto la crescita del reddito disponibile più stentoreo, a un tasso pari a meno della metà di quello nazionale e del Nord Italia. Inoltre nel periodo 2007-2015 è stata registrata una contrazione complessiva del reddito familiare pari a -12% circa in termini reali per le famiglie residenti al Nord e -13% in Piemonte. E questa situazione si rispecchia nell’indagine statistica di Ires condotta interpellando 1000 piemontesi. Per la maggioranza degli intervistati nel 2017 lo scenario economico italiano è peggiorato: (lievemente peggiorata per il 29,10%, nettamente peggiorata per il 21,10%). Per giunta per la stragrande maggioranza i prossimi 12 mesi non ci saranno miglioramenti nel Paese (resterà stazionaria per il 42,10%, peggiorerà un po’ per il 26,40% e peggiorerà nettamente per il 10,80%). Un dato che si riflette anche sui bilanci della famiglia con un 2017 che per il 56,10% non ha fatto migliorare le condizioni economiche, mentre per il 24,4% lo scenario è diventato “un po’ meno buono” e per il 9,6% “assai meno buono”. Alla domanda quindi su quale sia il budget in famiglia i 1200 piemontesi hanno risposto così: deve fare debiti il 5,20%, deve prelevare dalle riserve il 14,00%, quadra appena il suo bilancio il 52,80%, riesce a risparmiare qualcosa il 20,70%, riesce a risparmiare abbastanza il 4,90%).
Tutti dati che sebbene privi di validità statistica, precisa Ires, testimoniano l’estensione del fenomeno della povertà e l’incidenza in particolare sulle fasce deboli. Per contrastare questa situazione il Governo ha creato delle misure di contrasto alla povertà come il reddito di inclusione, strumento universale condizionato alla valutazione della condizione economica. Al 31 gennaio 2018 sono già state 8.143 le domande presentate in Piemonte e di queste 869 arrivano dalla provincia di Alessandria (il 10%), terza provincia dopo quella di Torino e Cuneo. Analizzando i dati però emerge come sia l’ambito casalese quello più in difficoltà con 286 domande presentate per un’incidenza dello 0,35%, dietro solo a Vercelli (0.36%). La seconda area della provincia è quella che comprende Alessandria e Valenza con 167 domande su un ambito di 153830 persone per un’incidenza dello 0,17%. A seguire Novi-Tortona con 224 domande su una popolazione di 13.5140 persone. Chiude l’ambito Acqui-Ovada con 69.161 abitanti e 86 domande presentate pari allo 0,12%.
SITUAZIONE ECONOMICA NEL 2015
SITUAZIONE ECONOMICA NEL 2016