22 Maggio 2018
18:04
Borsalino, la Cgil chiede aiuto alla Regione: “Non si fermi produzione”
ALESSANDRIA – “La Borsalino è un simbolo. Alessandria avrà un futuro se manterrà i propri punti fermi e la Borsalino è uno di questi“. Il segretario provinciale della Cgil, Franco Armosino, ha spiegato così, all’incontro con il consiglio regionale, il significato dell’iniziativa #LavorandoBorsalino, la raccolta firme per mantenere accesi i fari sui lavoratori della storica azienda di cappelli nata ad Alessandria. Martedì pomeriggio, a Torino, sono state consegnate 1.400 cartoline firmate per chiedere alle istituzioni di dimostrare attenzione a una realtà produttiva “in salute, che produce e che non può fermarsi“. Una realtà conosciuta in tutto il mondo che deve essere sostenuta dalle istituzioni, ha spiegato la sindacalista, Maria Iennaco. “I lavoratori infatti confidano nelle istituzioni e vogliono che in questa storia prevalga l’aspetto sociale“.
La preoccupazione avanzata in Regione dalla Cgil è relativa ai tempi di risoluzione delle vicende giudiziarie legate alla Borsalino. L’auspicio di Armosino è “che il percorso di soluzione avvenga in tempi brevi, non sia traumatico e garantisca la continuità di produzione“. Tutto questo per tutelare le capacità uniche dei 134 lavoratori, capaci di produrre cappelli “simbolo nel mondo” ha aggiunto durante il confronto il capogruppo Pd, Mimmo Ravetti. “Il valore dell’Italia è riconosciuto grazie anche al cappello Borsalino e Alessandria non può permettersi di perdere la sua storia“. Una posizione condivisa anche da Alfredo Monaco, consigliere di Scelta di Rete Civica. Una storia fatta oggi di persone che vivono il presente, pur intimorite da un futuro incerto, come emerso nel breve videodocumentario proiettato in Regione, realizzato dalla Cgil in collaborazione con Radio Gold. “Abbiamo scelto di raccontare le storie dei lavoratori per non interferire sulle vicende giudiziarie – ha spiegato Armosino – ma anche per dimostrare che dietro ogni posto di lavoro c’è una storia”.
Il Presidente del consiglio regionale, Nino Boeti, è rimasto colpito dal forte impatto emotivo delle immagini e delle interviste, e ha garantito la massima attenzione su una realtà preziosa per il mondo: “Sarebbe una follia pensare che una azienda che ha commesse e che lavora debba chiudere“.
L’assessore al Lavoro della Regione, Gianna Pentenero, ha sottolineato la delicatezza della vicenda: “La Regione sta seguendo una storia molto complicata e oggi la situazione guarda a una scadenza (affitto del ramo d’azienda con termine 30 maggio ndr) e quindi occorrerà valutare quali strumenti mettere in campo. La vicenda giudiziaria è molto complicata ma faremo tutto il possibile per tutelare i lavoratori della Borsalino“. L’assessore ha inoltre suggerito come una delle possibili vie da percorrere quella del workers buyout, vale a dire un’operazione di acquisto di una società realizzata dai dipendenti dell’impresa stessa. Una ipotesi che eventualmente la Regione sarebbe disposta ad appoggiare qualora ce ne fosse bisogno.
Tuttavia, se i posti di lavoro “diverranno ancor più fortemente a rischio“, ha ammonito Franco Armosino, “dovremo ricordarci di essere un sindacato“.