16 Gennaio 2014
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Tribunali Minori: la Consulta dice ‘no’ al referendum, ma la battaglia per rivedere la riforma non si ferma
La Corte costituzionale mercoledì ha dichiarato inammissibile la richiesta di referendum abrogativo delle norme sulla revisione delle circoscrizioni giudiziarie, presentata da 9 Consigli regionali, tra cui quello del Piemonte. La Regione, con questa riforma, vedrà infatti sparire 7 Tribunali e 9 sedi distaccate tra cui i Palazzi di Giustizia di Tortona ed Acqui, accorpati ad Alessandria e quello di Casale, accorpato a Vercelli. Proprio questo lunedì i sindaci di Casale e Tortona, Giorgio Demezzi e Massimo Berutti, e il vice sindaco di Acqui Terme, Franca Roso, affiancati dai rispetti Presidenti degli Ordini forensi, gli avvocati Pietro Caire, Enrico Zani e Piero Piroddi, erano tornati alla carica contro la riforma della geografia giudiziaria. Da Casale, Tortona e Acqui era partito un appello a tutti gli altri amministratori piemontesi, e alla stessa Regione, a fare “fronte comune” per ottenere una modifica della riforma, approfittando dello spiraglio aperto dal decreto correttivo atteso per la fine di gennaio. (Clicca qui per la notizia)
Una battaglia, ha rimarcato mercoledì Enrico Zani, Presidente dell’Ordine degli avvocati di Tortona, che prosegue nonostante la bocciatura della proposta di referendum da parte della Consulta. “Proprio lunedì – ha ricordato – eravamo venuti a conoscenza della memoria difensiva che il Consiglio dei Ministri, all’unanimità, aveva deciso di depositare alla Corte Costituzionale per contrastare l’iniziativa referendaria. Un segnale che ci aveva fatto presagire una decisione della Consulta, purtroppo poi arrivata mercoledì”.
L’Avvocatura dello Stato, in rappresentanza del Governo, ha infatti sostenuto l’inammissibilità del quesito referendario perché collegato al bilancio dello Stato, aspetto non compreso tra le materie che possono essere sottoposte alla consultazione popolare. La ‘bocciatura’ del referendum, ha aggiunto l’avvocato Zani, non fa venire meno le richieste avanzate lunedì da Tortona, Casale e Acqui. “Se è vero che ad Alessandria non abbiamo una situazione ‘disgraziata’ come quella che vivono altre realtà italiane, servono comunque dei tavoli tecnici per rivedere la logica di questa riforma. Bisogna analizzare nel dettaglio le circoscrizioni dei vecchi Tribunali, ma se i membri della Commissione che ha il compito di preparare il decreto correttivo chiedono di indicare su una cartina la posizione geografica persino del Comune di Tortona, allora il dubbio che sorge è che la finalità dell’iniziativa ministeriale sia diversa dal creare un vero correttivo”.
Cassata la proposta di referendum abrogativo, ha concluso il Presidente Enrico Zani, ora l’Avvocatura “deve riuscire a superare il particolarismo che troppe volte prevale in una categoria con oltre 230 mila iscritti” e farsi carico di una vera proposta di modifica della riforma, che possa poi essere portata avanti dalla politica.