Autore Redazione
mercoledì
16 Aprile 2014
00:00
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Cronaca - Alessandria

Caritas sconsolata: vuoto normativo blocca collaborazioni. Stop a ostello femminile diurno

Caritas sconsolata: vuoto normativo blocca collaborazioni. Stop a ostello femminile diurno

La burocrazia e i vuoti normativi non sono cose da niente. Hanno ripercussioni serie e concrete che incidono pesantemente sul quotidiano. Lo raccontano la Caritas e l’associazione Opere di Gustizia e Carità, disarmate davanti ai tanti inghippi che impediranno all’ostello femminile di rimanere aperto durante il periodo diurno o di continuare a far svolgere a Tonino il suo lavoro di raccolta del pane, donato dai panettieri della città e consegnato alle mense della Caritas e negli ostelli alessandrini. Cosa stia succedendo lo ha spiegato a Radio Gold News, Marco Santi: “ci sono molte persone bisognose che hanno buona volontà e decidono di collaborare con le attività caritative della Caritas a fronte di un sostegno economico mensile. Non è un rapporto di lavoro perché danno una mano ai volontari. Il problema è che con un decreto della giunta regionale sono stati fissati dei paletti sui tirocini formativi attivi e non venivano contemplati questi tipi di progetti con valenza sociale e caritativa. Noi avevamo sollevato una certa preoccupazione e ci era stato detto che una soluzione sarebbe arrivata. In realtà non è accaduto nulla. Il Cissaca ci ha quindi comunicato da ieri che le attività in questione sono sospese.” Il rammarico deriva anche dal fatto che “nei dieci mesi passati nessuno degli enti titolati ha saputo definire un percorso che consentisse al CISSACA di continuare la propria attività di “apertura” delle posizioni assicurative e di tutoraggio a favore di persone in stato di disagio economico, sociale e relazionale”.
Le attività costrette alla sospensione sono diversificate e garantivano servizi importanti: “alcune persone svolgevano un’attività che consentiva l’apertura diurna dell’ostello. Poi c’era il servizio di raccolta pane, e altri servizi ancora. Adesso parleremo con i volontari perché dovremo supplire ai problemi cui andremo incontro. La vera questione però è che prima c’erano delle persone che potevano pagare le piccole spese dell’alloggio popolare, ad esempio, proprio grazie a queste attività. Da martedì questo sostegno invece non ci sarà più”. 

Non si tratta di una questione economica, beninteso, in quanto una parte significativa dei contributi è stata negli ultimi anni elargita dalla Caritas e dall’Associazione, ma di una intrigata questione che ha a che vedere con una legge regionale (DGR N. 74-5911), emanata nel giugno del 2013, che fissa precisi paletti per quella forma di rapporto lavorativo chiamata “tirocinio formativo”.

Ora dovranno al più presto essere riorganizzate le attività di pulizia dei locali che la Caritas utilizza per sostenere i più sfortunati, perché tutte quelle persone – in stato di disagio economico – che sino ad oggi hanno ottenuto un contributo a fronte di una loro collaborazione nella realizzazione delle opere caritatevoli non potranno più continuare la propria attività. “E’ comprensibile che, di fronte ad un vuoto legislativo, si decida di sospendere il tutto, per non incorrere in eventuali sanzioni. Si potrebbe, nell’emergenza, trasformare questi progetti in tirocini formativi compatibili con il dettame normativo regionale, ma anche questa opportunità è ostacolata dal fatto che il Cissaca ha deciso di non accreditarsi quale ente promotore. Tutto ciò crea un vuoto, una assenza, una rinuncia a proseguire su una strada che tanti buoni frutti ha dato sino ad ora. In Piemonte, qualche ente preposto alla gestione dei servizi sociali ha trovato soluzioni alternative, che speriamo possano essere prese in esame. E sempre in Piemonte, ma nei palazzi della Regione, ci sarà pure un interlocutore che, comprendendo la specificità di questi progetti e la loro estraneità alle dinamiche proprie al mercato del lavoro, possa promuovere un intervento normativo che tuteli chi riveste ruoli di responsabilità e che, al tempo stesso, consenta a molte persone – bisognose e volenterose – di preservare la propria dignità e la propria fiducia in quelle istituzioni che del loro disagio dovrebbero farsi carico”.
Affinché il funzionamento dei servizi caritativi non debba subire interruzioni o drastiche limitazioni per troppo tempo, Caritas e Opere di giustizia e Carità si stanno adoperando per trovare soluzioni alternative, sebbene di carattere temporaneo. Al tempo stesso ci si sta adoperando per promuovere incontri finalizzati ad individuare, nel prossimo futuro, soluzioni normative adeguate alla tematiche sociale cui afferiscono i progetti al momento sospesi.

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