9 Ottobre 2018
06:30
L’autunno di “Cunté Munfrà- dal Monferrato al mondo”
VIARIGI – Dopo l’anteprima estiva, ritorna con l’autunno la rassegna “Cunté Munfrà – dal Monferrato al mondo”, giunta alla sua diciassettesima edizione con l’ideazione di Luciano Nattino e la direzione artistica di Massimo Barbero per l’Archivio della Teatralità Popolare di casa degli alfieri. L’intento è raccontare il Monferrato attraverso storie di sempre, attingendo alle radici per spaziare al racconto del mondo, delle fatiche e delle speranze universali di ogni tempo.
“Cunté Munfrà” è uno dei più importanti appuntamenti culturali del Monferrato Astigiano, affermatosi negli anni per la sua attenzione alla valorizzazione e promozione della conoscenza del patrimonio linguistico e culturale del Piemonte. La rassegna è promossa dall’Unione Colli Divini – nel cuore del Monferrato e della casa degli alfieri /Archivio della Teatralità Astigiana è da allora sostenuta dalla Regione Piemonte (è la più importante rassegna regionale del settore), dagli Enti Locali coinvolti, dalla Fondazione CRT e dalla Fondazione CRAsti. E’ realizzata in collaborazione con la rivista Astigiani.
Tra ottobre e dicembre sono in programma una serie di appuntamenti, che saranno seguiti, a gennaio, da un’altra serie di date, con un importante allargamento del territorio a nuovi Comuni che hanno aderito alla rassegna.
Venerdì 19 ottobre, alle ore 21, a Viarigi presso la Chiesa di San Silverio ci sarà una lettura scenica di un nuovo lavoro teatrale: “Processo a un povero Cristo. La vicenda di Don Grignaschi e dei Magnetisà di Viarigi”. Si tratta di un lavoro drammaturgico sul solco delle attività dell’Archivio della Teatralità Popolare di Nattino, che prende spunto da vari materiali raccolti sul territorio e varie fonti. Patrizia Camatel ha messo insieme questo nuovo testo, che mette in scena attori del Faber Teater ed alcuni dei laboratori teatrali del Teatro degli Acerbi.
Nel 1849 la vita degli abitanti di Viarigi venne sconvolta dall’arrivo di Francesco Antonio Grignaschi, sacerdote della Val d’Ossola in odore di eresia, allontanato dalla diocesi di Novara. Don Grignaschi, carismatico, di bell’aspetto, capace di trascinare a sé larga parte della popolazione, si proclamava il Messia ritornato in terra per drizzare le storture della Chiesa e della società. Ben presto le autorità ecclesiastiche e civili intervengono contro il nascente movimento religioso dei “Magnetisà” (i seguaci erano così definiti perché si riteneva che il Grignaschi li tenesse avvinti a sé con un fluido magnetizzante contenuto in un anello) e il nuovo Cristo viene arrestato insieme ai più stretti accoliti (tra cui la misteriosa Madonna Rossa), processato e condannato a dieci anni di carcere e all’abiura.
Proprio intorno alle vicende processuali, rimaste famose nella cronaca dell’epoca, si snoda la lettura scenica che viene presentata come il racconto comunitario di un evento fuori della norma; un “oratorio sacro e profano”, filtrato ora dal dibattimento legale, cui prese parte anche Angelo Brofferio, ora dalle parole dei più semplici, desiderosi di riscatto in questo mondo come nell’Altro.
La rassegna proseguirà tra novembre e dicembre. Domenica pomeriggio 11 novembre ad Asti allo Spazio Kor verrà ricordato il momento conclusivo del Centenario della Grande Guerra: ad un incontro con ospiti e video dal titolo “Una Guerra bestiale” organizzato con l’Istituto per la Storia della Resistenza della Provincia di Asti, seguirà lo spettacolo del Teatro degli Acerbi “Soldato mulo va alla Guerra”. La Grande Guerra fu una guerra di massa, che mobilitò nazioni e popoli. Più di 70 milioni di uomini vestirono la divisa e, ma per la movimentazione di reparti e materiali venne usato un notevolissimo numero di cavalli, muli, asini e buoi, perfino cammelli ed elefanti. Il rapporto che si instaurò tra uomo e animale non fu, in tutte e due le direzioni, senza conseguenze, perché gli animali non vennero mai considerati esclusivamente delle “armi”, e anzi la lunga, forzata coabitazione con i militari avvicinò gli uni agli altri, tutti drammaticamente uniti in un possibile destino di morte e sofferenza. Sono trascorsi cent’anni, ma sembra che le cose non siano cambiate di molto.
Il 1° dicembre a Revigliasco tornerà “Il Gelindo a veglia” con il gruppo J’Arliquato, domenica pomeriggio 2 dicembre a Casorzo altro appuntamento natalizio con “El natal del berin” con Fabio Fassio e Simona Colonna.
Infine domenica 16 dicembre ad Asti nella stagione del Teatro Alfieri tornerà lo storico spettacolo “Vanzetti. Il sogno di un emigrato italiano” di Luciano Nattino, che verrà riproposto a distanza di anni dal Teatro degli Acerbi e dal cast originale.
Tutti gli spettacoli sono a ingresso gratuito. Info: 339 2532921 – www.casadegliafieri.it #cuntemunfra2018